Sicurezza

Giovanissimi fuori controllo a Bergamo, Gori realista: «Il problema non va minimizzato»

Dopo gli episodi di violenza in centro città, Comune e forze dell'Ordine si sono mossi: stretta e maggiori controlli

Giovanissimi fuori controllo a Bergamo, Gori realista: «Il problema non va minimizzato»
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di Wainer Preda

«Non servono esagerazioni e strumentalizzazioni politiche, ma è fuor di dubbio che il problema c'è e non va minimizzato». È più realista del re il sindaco di Bergamo Giorgio Gori che oggi (lunedì 28 agosto) ha convocato una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione sicurezza in città. Presenti gli assessori Sergio Gandi (Sicurezza, oltre che vicesindaco) e Loredana Poli (Politiche giovanili).

La maxi rissa di domenica 20 agosto in viale Papa Giovanni, fra adolescenti immigrati di seconda e terza generazione, l'episodio del coltello da guerra nelle mani di un ragazzo al luna park della Celadina, i furti e le minacce alle piscine Italcementi (con un bagnino preso per il collo da giovanissimi), hanno destato scalpore. Il Comune, per quello che può e che gli compete, si è già mosso.

Venerdì scorso Gandi ha incontrato il Comitato di ordine pubblico, l'organismo che sovrintende la sicurezza in città, composto anche da Prefetto, Questore e comandanti della Armi. Dalla riunione è emerso un rafforzamento dei presìdi e dei controlli. Dieci pattuglie in più nei luoghi a rischio.

Mentre sul fronte educativo, il Comune continua la sua attività di prevenzione con i diversi progetti fra cui "Giovani onde". In più, presto partirà un tavolo di confronto, una sorta di Osservatorio di monitoraggio dei minori, che coinvolgerà il Comune, le forze dell'Ordine e sarà aperto ad Ats e Università di Bergamo (Sociologia).

«L'obiettivo è far circolare le informazioni per capire di più di un fenomeno che, per connotazione e dimensioni, è inedito a Bergamo», ha detto Gori.

Gori: «È un fenomeno inedito per Bergamo»

«Il fenomeno va analizzato bene, nelle sue caratteristiche e nel suo sviluppo  - continua il sindaco -. Parlare di baby gang in questo caso è fuorviante. Si tratta in realtà di gruppi antagonisti, di ragazzini d'origine straniera, capaci persino di battersi per questioni di musica. Hanno come idoli trapper che professano l'ostentazione del lusso, la pornografia e violenza», di cui vi risparmiamo i contenuti.

Quanto ai metodi d'intervento, il sindaco è stato chiaro: «Serve più personale per le forze dell'Ordine, ma questa è una questione che compete al ministro Piantedosi e al suo governo».

Gori ritiene poco efficace "l'ammonimento" (quella sorta di avviso alle famiglie dei ragazzi) che il ministro Matteo Salvini ha chiamato abbastanza impropriamente "cartellino giallo". «Parlando con un esperto del Tribunale dei minori è emerso che la semplice ammonizione, se non seguita da un percorso di reinserimento, serve a poco», precisa il sindaco.

Più efficace, forse, una maggiore flessibilità dei Daspo. «Noi, già dal 2018, come Comune di Bergamo abbiamo chiesto che la misura fosse applicabile non solo agli stadi ma anche per luoghi e questioni diverse. Abbiamo anche chiesto che fossero i sindaci, che conoscono bene le loro città, a decidere su quale luogo intervenire. In questo momento, per esempio, luoghi come i Propilei non sono assoggettabili a Daspo e quindi ci troviamo nella condizione di non poter intervenire».

Le armi spuntate

Mancano gli strumenti legislativi, dunque, per un'azione più efficace. E a dire il vero, nessuno dei governi che si sono succeduti finora - né prima né adesso - ha pensato di implementarli. Erano e sono, come sempre, in altro affaccendati.

Intanto, mercoledì prossimo, nuovo incontro in Prefettura con il Comitato di ordine pubblico e sicurezza. «Chiederemo tempi certi sulle iniziative. E valuteremo se dal punto di vista legislativo si possa muovere qualche leva», conclude Gori.

Commenti
Marirose

Penso che questo è il risultato di una integrazione clamorosamente fallita. È sotto gli occhi di tutti, ogni giorno. La forte tendenza dei gruppi etnici, sopratutto nordafricani, è quella di aggregarsi tra di loro, anche per delinquere quando mancano altre risorse. ( vedi forte attività di spaccio) . Noi siamo diventati i nemici, coloro che vogliono rimandarli nei paesi di origine. È urgente trovare delle soluzioni, in alcuni quartieri la fanno da padroni. Cosa occorre per far loro capire che sono in un paese che li ospita e che per tale motivo devono attenersi alle sue leggi e regole?? Mi chiedo se non sia già troppo tardi per imporre un freno a tutto ciò. Se il giro di vite ci sarà mi aspetto reazioni, anche forti.

Valter

Piu' passa il tempo e la situazione di questi episodi di delinquenza cittadina sta notevolmente peggiorando. Ma chi ha sempre voluto questa politica di accoglienza incontrollata, e integrazione, ora non puo' tirarsi indietro e scaricare allo Stato il problema. Siate piu' seri.

Giulio

Sono d'accordo con Marco, la situazione sta sfuggendo di mano. Urge trovare delle soluzioni immediate. Di ordine pubblico, ma anche sociali e culturali.

Marco

Ho assistito all'episodio alle piscine Italcementi, ed era palese la strafottenza con la quale erano trattati gli addetti alle vasche. Tra le altre cose, gran parte dei ragazzi erano entrati abusivamente (visti di persona). Sono episodi che preludono ad eventi futuri ben più gravi, questo è solo l'inizio.

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