La protesta

Presidio di Rifondazione Comunista-Unione popolare contro il "pronto soccorso a pagamento" di Zingonia

Alla manifestazione i dirigenti Ezio Locatelli e Francesco Macario, che hanno detto basta ai tagli alla sanità e chiesto nuovi investimenti

Presidio di Rifondazione Comunista-Unione popolare contro il "pronto soccorso a pagamento" di Zingonia
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Presidio nella mattinata di oggi (venerdì primo settembre) davanti al Policlinico San Marco di Zingonia, per protestare contro l’apertura dell'ambulatorio ad accesso diretto a pagamento.

Volantinaggio e dichiarazioni

L'iniziativa è stata organizzata da Rifondazione Comunista-Unione Popolare e vi hanno partecipato una cinquantina di militanti dello stesso partito, oltre a varie associazioni, tra cui quelle che fanno riferimento al Coordinamento regionale per il diritto alla salute. Il presidio si è svolto pacificamente esponendo cartelli, facendo volantinaggio e con dichiarazioni pubbliche davanti all’entrata dell’ospedale.

Presenti tra gli altri Ezio Locatelli, della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista, ex consigliere regionale e deputato nazionale, e Francesco Macario, segretario provinciale di Bergamo. Stamattina hanno preso la parola al microfono: «Ci sono state in questi giorni diverse prese di posizione critiche contro l’istituzione di quello che consideriamo un vero e proprio obbrobrio: il pronto soccorso a pagamento» hanno esordito.

«Bene che ci siano state. Ma a queste critiche devono seguire azioni di protesta contro una scelta che calpesta un diritto costituzionalmente garantito, da garantire a tutti, ricchi e poveri. Qui si introduce una disparità inaccettabile, frutto di una organizzazione della sanità che ha favorito in tutti i modi quella privata».

Le richieste per il settore pubblico

In seguito, sono passati alle richieste per il settore pubblico: «La sanità, nell’arco degli ultimi dieci anni, ha subito tagli per 37 miliardi di euro, formidabile spinta alle privatizzazioni. Bisogna dire basta a questo scempio, che permette ai privati di fare affari sulla pelle dei cittadini. Chiediamo la reinternalizzazione di strutture, personale, servizi nel pubblico, oltre alla copertura delle carenze di organico, con l’assunzione a tempo indeterminato di settantamila operatori tra medici, infermieri, operatori socio sanitari».

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