"Città Immaginaria": Kirill Simakov dedica a Bergamo una nuova mostra fotografica
Il Centro Culturale San Bartolomeo ospita l’esposizione del fotografo russo, che sceglie nuovamente Bergamo come fonte d'ispirazione delle sue opere
L'artista russo Kirill Simakov torna a raccontare, attraverso i suoi scatti, una "Bergamo: Città Immaginaria". Il nuovo progetto, che rappresenta la naturale evoluzione della precedente mostra "Bergamo Favolosa", sarà visitabile gratuitamente dall'8 settembre al 1° ottobre nel Centro Culturale San Bartolomeo di Bergamo (tra i patrocinatori dell'evento, insieme alla Provincia di Bergamo e al Comune) e verrà ufficialmente inaugurata sabato 9 settembre alle 17:30.
Attraverso le venti opere esposte, inclusa una fotografia di sette metri in cui l'artista ha catturato il panorama dell'intera città, Simakov esplora le atmosfere rarefatte di Bergamo: una luna luminosa, la nebbia che avvolge le strade, un'installazione artistica che riempie di luce la piazza. Tutti dettagli che non sfuggono all'obiettivo del fotografo.
Il percorso è, inoltre, impreziosito da quattro opere realizzate attraverso l'intelligenza artificiale a partire dalle fotografie dell'artista, nonché dall'accompagnamento musicale del compositore romano Mattia Cupelli.
Kirill Simakov
L'amore di Simakov per Bergamo e l'Italia
La fascinazione per l'Italia - e in particolare per Bergamo - da parte di Simakov ha inizio due anni fa. Nel 2021 e nel 2021 le sue opere della serie "The Nine" (esposte in città, nella chiesa di Santo Spirito) e "Motion" hanno partecipato a diverse fiere e mostre d'arte in Italia, tra cui la Venice StArt 2021 e Venezia Arte 2022.
Nell'estate del 2022 Simakov si trova in vacanza a Bergamo e se ne innamora: è così che nascono i due progetti dedicati alla città, il primo la mostra "Bergamo Favolosa" che si è tenuta al Centro Culturale San Bartolomeo all'inizio dell'anno con grande successo di pubblico, la seconda - appunto - "Bergamo: Città Immaginaria" che prenderà il via il prossimo 8 settembre.
«Quando è giunto il momento di scegliere il nome da dare alla seconda mostra - spiega il fotografo - ci siamo subito ricordati del modo in cui i visitatori incontrati nella precedente esposizione ci raccontavano alcuni dettagli di questa città, parlando di com'era e di come è diventata. È così che, per noi, la città è diventata immaginaria, e ha assunto i contorni delineati dai ricordi e delle pulsioni immaginifiche dei suoi abitanti».