Atteggiamento, approccio e continuità: l'Atalanta deve trovare se stessa quanto prima
Bisogna uscire dall'equivoco che le prime quattro gare hanno evidenziate: non si possono avere versioni sempre diverse della stessa squadra
di Fabio Gennari
Quattro partite, quattro versioni diverse dell'Atalanta. Paziente e spietata con il Sassuolo, prima assente e poi in ritardo con il Frosinone, arrembante con il Monza e a corrente alternata con la Fiorentina.
Che i nerazzurri sappiano come si gioca a calcio è fuor di dubbio, le doti tecniche (e tattiche) ci sono, ma vanno messe in campo. Il problema è proprio capire come mai in 360 minuti si sono viste cose così diverse e, almeno sulla carta, opposte da giocatori che hanno tutto quello che serve per fare bene ma incappano in errori davvero banali. Anche dentro la stessa partita.
Che il gruppo sia in costruzione è palese, non si può pensare di essere a posto al 17 settembre. Però il furore visto contro il Monza non può essere mancato completamente con il Frosinone, l'attenzione e la precisione di Reggio Emilia non possono evaporare sul 3-2 di Kouamé. Ci sono troppe facce in una medaglia che è preziosa ma non ancora ben definita. E definire questo aspetto, dipingere i contorni di cosa è l'Atalanta 2023/24 è la chiave per il futuro.
Non è giusto farsi prendere dall'ansia e nemmeno dall'esaltazione come post Monza, ci vuole equilibrio. Di momenti difficili ne sono già capitati e ne capiteranno ancora, metteteci il valore degli avversari e le insidie che ogni partita nasconde e il quadro è completo. La maturità si acquisisce con il tempo. Ora bisogna darsi continuità, tutti vorremmo vedere tante volte la Dea che ha spazzato via il Monza e quello dev'essere l'obiettivo: ci si arriverà, la squadra ha dei valori.