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Dario Violi (M5S) sul "Pronto soccorso a pagamento" di Zingonia: «Stiamo diventando come gli Stati Uniti»

Domenica prossima i grillini ancora davanti al Policlinico: «Di questo passo, durante l'infarto ci chiederanno l'assicurazione in ambulanza»

Dario Violi (M5S) sul "Pronto soccorso a pagamento" di Zingonia: «Stiamo diventando come gli Stati Uniti»
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Non si fermano le iniziative contro il cosiddetto "Pronto soccorso a pagamento" di Zingonia: dopo infatti il presidio di domenica scorsa, adesso ce n'è in programma un altro per la prossima (24 settembre) in mattinata, dalle 9.30 alle 11.30. Interverranno sul posto il coordinatore regionale Dario Violi e la consigliera regionale Paola Pollini, insieme agli altri dirigenti e militanti.

I rischi per la sanità pubblica

Proprio Violi, sentito da PrimaBergamo, ci ha dato un anticipo di quello che poi verrà detto davanti all'ospedale:  «Vogliamo tenere il punto sulla questione, perché si tratta dell'ennesimo simbolo di una svolta verso la privatizzazione. Ci teniamo a precisare che non è una presa di posizione verso il Policlinico, ma verso il decisore pubblico che, di fronte a queste proposte del privato, dovrebbe pronunciarsi, e invece non dice niente facendo orecchie da mercante».

A farne le spese, per il dirigente grillino, ex consigliere regionale che ne ha fatto una battaglia per dieci anni, è chi invece servizi di questo tipo non se li può permettere. «Già adesso per una colonscopia si devono aspettare due anni, rischiando di morire. Ormai siamo passati alla privatizzazione dell'emergenza. Di questo passo, la situazione diventerà, nel giro di pochi anni, come quella degli Stati Uniti, dove quando hai un infarto ti chiedono in ambulanza se sei assicurato, altrimenti non ti curano».

Il presidio dei Cinque Stelle a Zingonia la scorsa domenica

Le critiche ad Ats e Regione

Violi insiste molto sulla necessità che la Regione tuteli i cittadini da situazioni di questo tipo, prima che sia troppo tardi: «Non si capisce perché un ente pubblico, per cui i cittadini pagano miliardi di tasse, non impedisce che i privati adottino questo genere di iniziative. Anche perché a questi ultimi, se le istituzioni non li bloccano, non si può contestare nulla».

Sulle possibili cause di questo silenzio, non le manda certo a dire: «Ci si aspetterebbe che Ats e Regione contrastino queste dinamiche. Si ha però questa commistione tra certa politica e sanità privata, tant'è che in passato ex decisori pubblici, una volta usciti di scena, sono andati curiosamente a finire nei Cda di società della sanità privata».

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