L'editoriale di Xavier Jacobelli

Lisbona ha presentato il conto alla Dea. Ma ne valeva assolutamente la pena

Lisbona ha presentato il conto alla Dea. Ma ne valeva assolutamente la pena
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di Xavier Jacobelli

La seconda vittoria di fila della Lazio in quattro giorni ne rilancia le ambizioni, riportandola in quota in classifica e archivia la falsa partenza in campionato. La prima sconfitta dell'Atalanta dopo cinque partite utili consecutiva fra Serie A ed Europa League e 7 gare su 10 disputate senza subire gol, è il pedaggio che i bergamaschi hanno pagato alla grande impresa di Lisbona. Anche la Lazio era arrivata al settimo incontro nelle ultime tre settimane, ma, come Sarri e i suoi hanno sperimentato nella passata stagione,  le trasferte europee del giovedì a volte impongono un prezzo da pagare la domenica successiva. Tant'è.

Assente Immobile, Vecino ne ha fatto le veci in zona gol. Il centrocampista ha firmato un successo doppiamente prezioso per i biancocelesti e ha sfruttato con abilità la distrazione difensiva di una Dea che, pur stremata, nel finale sembrava controllare il 2-2, brilantemente raggiunto dopo la disastrosa partenza, scandita dallo sfortunato autogol di De Ketealere e dalla zampata di Castellanos, la prima in maglia laziale. Gasperini ha rivisto i fantasmi di Frosinone e di Firenze, teatro delle due precedenti sconfitte esterne; Sarri, invece, non poteva essere più che soddisfatto. Si è incupito quando Ederson ha dimezzato lo svantaggio, intuendo che lo scenario dell'incontro stesse mutando perché, superato lo choc, l'Atalanta ha ricominciato a fare l'Atalanta.

Nella ripresa, a riequilibrare la situazione dei bergamaschi sono stati i cambi decisi dal loro tecnico, in particolare Koopmeiners per Pasalic e Lookman per Scamacca, in evidente ritardo di condizione. Al contrario di Kolasinac, anche lui al primo centro con la nuova squadra e, senza ombra di dubbio, uno degli arrivi più felici a Bergamo. Sarri ha replicato a Gasperini piazzando la mossa vincente Vecino, giocatore sarriano ante litteram e mai abbastanza elogiato per la sua duttilità e per la sua capacità di segnare gol pesanti al momento giusto. In questa stagione, Matias è già arrivato a quota tre: il primo al Torino, il primo al Celtic, il terzo e decisivo all'Atalanta che aveva ripreso e ripreso molto bene la Lazio, dopo il black out iniziale. Rimontare due gol in casa della Lazio sarebbe stato arduo per chiunque, ma fatale si è rivelata la distrazione nel finale.

Da un lato, la vittoria conferma il valore assoluto della Lazio, testimoniato anche dall'eccellente avvio in Champions League e dalla risalita in classifica. D'altro, la sconfitta non ridimensiona per nulla l'Atalanta che aveva ancora nelle gambe il blitz in casa Sporting. Alla sosta, l’Atalanta arriva capolista del girone di Europa League, sesta in Serie A e con ulteriori margini di crescita, nonostante il 3-2 di oggi. E se dopo sette partite su dieci senza prendere gol, fra campionato ed Europa League, incappi in un abbrivio balordo che ti costringe a inseguire, ciò non toglie che tutto quanto di brillante hai fatto prima debba essere subito scordato.

Il 22 ottobre, sebbene con cinque giorni di ritardo sul calendario, ci saranno 116 anni da celebrare degnamente con i tifosi. I conti, come sempre, si faranno alla fine. E siamo ancora a poco meno di un quinto di campionato. Ad onta di questo 3-2, le prospettive sono rosee.

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