«Mia figlia Anahì dona latte per i bimbi rimasti senza mamma»: Cecilia Edelstein racconta Israele
La terapeuta ha amici e familiari sotto le bombe e ha condiviso la propria preoccupazione e il proprio dolore su Facebook
«Non è possibile descrivere l'accaduto. Ancor più difficile quando non è anonimo: il figlio di un'amica, quella famiglia scomparsa, i bambini rapiti, un anziano conosciuto, testimonianze che hanno dell'incredibile (genitori che erano al telefono e hanno vissuto in vivo). Una "festa", che di fatto è un concerto, di quelli che a noi piace e vorremmo averne». Con queste parole scritte da Bergamo Cecilia Edelstein condivide sula propria pagina Fecebook la propria angoscia. La donna, di origini argentine, è arrivata negli anni '90 da Israele a Bergamo, dove ha fondato il Centro di consulenza sulla relazione Shinui. Gran parte dei suoi familiari, degli amici e la figlia Anahì Gendler di 34 anni vivono in Israele.
La figlia cresciuta a Bergamo
Anahì è molto conosciuta a Bergamo, perché è cresciuta nella città, studiando prima e lavorando poi. Si è infatti diplomata al Conservatorio della città, ha studiato Lettere, si è esibita come cantante nello Zayt Trio insieme a Roger Rota e Dudù Kouate e si è occupata dei laboratori di arte, musica e teatro alla Gamec. Anahì vive con il marito Roman Cheprack e i loro due bambini, Nael, 3 anni, e Nimai, nato lo scorso 2 agosto. Su di lei la mamma scrive: «È al sicuro, sta donando latte per lattanti rimasti senza mamma». Cecilia al Corriere Bergamo ha raccontato che suo genero sarà presto arruolato nell'esercito.
La sorella senza acqua né gas
Non solo, Cecilia ha anche la sorella in pericolo. Vive a sud di Tel Aviv con la sua famiglia e ora «è senza luce, acqua e gas, vive rinchiusa in un bunker, sono caduti tremila razzi solo sabato. I terroristi di Hamas stanno bruciando i kibbutz, vanno casa per casa, rapiscono, uccidono». Il terrore è di una possibile escalation.