L'escursione consigliata

I tre volti dell'Arcangelo Gabriele in vetta al monte Cadelle, a spartiacque tra Bergamo e Sondrio

Questa vetta spicca sull’abitato di Foppolo. Il versante bergamasco (con i sentieri di salita più noti) è erboso, con pendenze docili

I tre volti dell'Arcangelo Gabriele in vetta al monte Cadelle, a spartiacque tra Bergamo e Sondrio
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di Angelo Corna

Con l’arrivo dell’autunno la montagna cambia colore; la natura si placa dopo il fervore estivo, tutto si trasforma e si prepara alla quiete dell’inverno. I percorsi di solito battuti diventano più accessibili, le temperature iniziano ad abbassarsi e nelle belle giornate autunnali, soprattutto in ottobre, i tramonti si tingono di rosso e di arancio. Come non concedersi un escursione sulle montagne bergamasche?

Il monte Cadelle spicca sull’abitato di Foppolo, a spartiacque tra le provincie di Bergamo e Sondrio. Visto dal versante valtellinese, si presenta come una bella piramide dalle creste rocciose, mentre il versante bergamasco (dove si sviluppano i sentieri di salita più conosciuti) è erboso, con pendenze molto più docili.

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In vetta, a 2.483 metri di quota, è presente una statua dell'Arcangelo Gabriele in ricordo delle vittime dell'alluvione della Valtellina avvenuta nel 1987, caratterizzata da tre facce rivolte rispettivamente verso Val Brembana, Val Tartano e Val Madre.

Il nostro sentiero è marchiato dal segnavia Cai 201 e trova partenza da Piano, frazione di Foppolo, dove poco prima della piazzetta del paese è possibile parcheggiare l'auto. Una comoda mulattiera risale alle spalle del borgo, inizialmente costeggiando delle piccole baite ristrutturate, un tempo ricovero di pastori.

Il panorama si apre fin da subito alle bellezze della zona: alle nostre spalle spicca il nucleo abitato, mentre davanti a noi possiamo osservare la cupola del monte Cadelle. Abbandoniamo la mulattiera e proseguiamo su sentiero fino ad attraversare un piccolo torrente adiacente ad alcuni casolari, purtroppo in stato di disuso.

5 - Monte Cadelle
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Il paesaggio inizia a cambiare: i prati lasciano il posto a rocce e sfasciumi, pietre che durante la stagione invernale rotolano dai fianchi dei vicini monti Arete e Valegino. Noi continuiamo a salire con pendenza costante, seguendo le indicazioni per il Passo di Porcile. Superato un piccolo laghetto naturale, raggiungiamo un’ultima baita, posta a circa 2.200 metri di quota: il luogo perfetto per recuperare le energie prima dell’ascesa finale…

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