Fratelli d'Italia, Pietro Guerini è il primo candidato al congresso provinciale
La data in cui si terrà l'assise in Bergamasca, però, ancora non c'è. «Va rigettata ogni ipotesi di partito-fuedo» scrive l'avvocato di Clusone nella sua mozione
di Wainer Preda
La data del congresso ancora non c'é. Ma c'è già un primo candidato alla presidenza provinciale di Fratelli d'Italia. Si tratta dell'avvocato Pietro Guerini.
Presidente e portavoce del Comitato No194, studio legale a Clusone, Guerini si candida alla successione dell'attuale presidente del partito in Bergamasca, il deputato Andrea Tremaglia.
La data dell'assise provinciale, però, non è ancora stata stabilita. Nelle scorse settimane a Roma sono state completate le "regole d'ingaggio". Ora toccherà ai vertici provinciali decidere quando mandare gli iscritti alle urne. Nelle prossime settimane ne capiremo di più.
La mozione di Guerini
A questo link (partitorelazprogrcongrprov23 ) trovate la mozione completa, redatta da Guerini, dal titolo “Nuova destra, espansione e consapevolezza storica".
Si articola su otto punti programmatici fondamentali. Si va dalla storia, alla politica estera, passando per le questioni etiche, la giustizia, la sicurezza e l'immigrazione, le questioni economico sociali, e le linee d'indirizzo politico.
Per poi analizzare la gestione territoriale. «Va rigettata ogni ipotesi di partito-feudo - scrive Guerini nel suo programma - tanto più nella sesta provincia italiana sul piano demografico, posizione che non peggiora di certo se consideriamo anche parametri economici, e per una forza che supera il 25% dei consensi, da gestirsi in modo coinvolgente ed inclusivo, il tesseramento non ha una valenza solo statistica ma deve auspicabilmente essere sinonimo di partecipazione, ed il partito deve favorire la realizzazione di tale auspicio».
«Nell’attività locale del partito - aggiunge - è indispensabile un reale coinvolgimento degli iscritti, che non debbono essere configurati come meri titolari di una tessera di adesione. Le sezioni, anche a livello bergamasco e lombardo, inoltre, non debbono essere consorterie oligarchiche in cui vige un principio opposto a quello meritocratico, sino ad implicare talvolta l’emarginazione di coloro che si teme possano pregiudicare con le loro qualità le ambizioni politiche di taluni esponenti delle singole realtà»