Città Alta si sta spopolando? Il suo futuro passa dai tanti palazzi della Chiesa
Studio dell'Ancsa analizza l'evoluzione dei centri storici. Gli enti religiosi proprietari di molti immobili. Alcuni praticamente vuoti. Il caso, emblematico, del Seminario

Disneyland per turisti, cittadella per milionari o quartiere vivibile fra edifici storici e meravigliosi scorci? Si parla sempre molto di Città Alta, spesso usando stereotipi che ne semplificano drasticamente le sfumature.
Eppure basta uscire dalla Corsarola e avventurarsi fra i viottoli per capire quanto complesso sia questo quartiere antico, dalle facciate illuminate dal sole e la vita nascosta fra cortili e portoni.
Lo abbiamo fatto con una guida d’eccezione, nata e cresciuta lassù, scoprendo una comunità che vive in simbiosi con i palazzi, le botteghe, i suoi riti. E avvalendoci di uno studio realizzato dall’Associazione nazionale centri storici e artistici (Ancsa) per cercare di capire quale sarà il futuro demografico e urbanistico della parte alta di Bergamo.
Chi vive lassù

Città Alta sta vivendo un calo demografico e un invecchiamento della popolazione residente. Secondo gli studi recenti, sono diminuiti - e di parecchio - gli adulti fra i 20 e i 34 anni. Mentre restano stabili gli over 65. Ora, svecchiare la popolazione e dare nuova linfa vitale a questa parte di città, rivela lo studio, non sarà semplice. E nemmeno immediato. Serviranno generazioni. Affrontando, nel contempo, i problemi quotidiani della popolazione anziana.
Per anni tagliata fuori dai centri direzionali e di servizio, oggi Città Alta gode di una rete sociale molto articolata. Composta da una nutrita schiera di associazioni (Città Alta e Colli, Rosa Agrestis), cooperative, progetti sociali, culturali e di housing, parrocchie, polisportive e persino attività teatrali (Teatro sì), affiancate dai servizi sociali e dalle Reti di quartiere del Comune.
Nel recente passato, il decentramento dei servizi ha in parte favorito, insieme al fascino del luogo, un ritorno al centro storico. A trascinare questo fenomeno sono state le classi sociali agiate, che hanno investito capitali nel recupero degli edifici d’epoca. Ciò ha fatto lievitare i prezzi di mercato. Tanto che «Città Alta detiene il valore di mercato degli immobili tra i più alti di tutti i capoluoghi di provincia italiani», recita lo studio.
Bergamo Alta oggi è percepita come un’enclave per super ricchi. Ma a ben vedere la composizione sociale dei residenti è molto diversificata (...)