L'editoriale di Jacobelli

Perché, a Udine, l'Atalanta ha guadagnato un punto e non ne ha persi due

Gli dei del calcio amano la Dea della corsa. Considerato come si erano messe le cose, ai nerazzurri è andata bene

Perché, a Udine, l'Atalanta ha guadagnato un punto e non ne ha persi due
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di Xavier Jacobelli

Dice: prima che l'Atalanta scenda in campo a Udine, l'Empoli batte il Napoli al Maradona, sprofonda i Campioni d'Italia in una crisi lacerante e all'Atalanta, vincendo in Friuli, si offre l'occasione di sorpassare i partenopei, maturando la migliore condizione di classifica per la sfida diretta in programma 25 novembre a Bergamo. Tutto vero.

Però, mai fare i conti senza gli avversari, a onta del loro quint'ultimo posto. L'Udinese di Cioffi si era lasciata alle spalle la clamorosa vittoria sul Milan a San Siro e oggi, sin dal primo minuto, si è capito quanto volesse ripetersi contro la quinta in classifica.

Se poi, con sei giocatori indisponibili e a soli tre giorni dall'impresa europea con lo Sturm Graz, Gasperini comprensibilmente cambia cinque undicesimi, gli avversari sbagliano un rigore, colpiscono una traversa, vanno in vantaggio su autorete e Carnesecchi nega loro il raddoppio per due volte; se, pur giocando male e sottotono (d'altra parte, questa era la sesta partita in ventuno giorni), pareggi al 92' su colpo di testa di Ederson, che non è Scamacca, ma è baciato dalla grazia in campionato e in Europa League e ti ritrovi comunque a una lunghezza dalla Champions League, rimanendo quinto.

Se accade tutto questo, allora vuol proprio dire che gli dei del calcio amano la Dea della corsa. Considerato come si erano messe le cose a Udine, all'Atalanta è andata bene. Per quanto sopra esposto, in Friuli non ha perso due punti, ma ne ha guadagnato uno. Prezioso. Molto prezioso.

Commenti
Marcello

Semplice, che Xavier ha perfettamente ragione! E ce ne fossero di giornalisti sportivi in grado anche solo di avvicinarsi al suo livello ...

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