La classifica

Tassa sui rifiuti, Bergamo tra le città migliori. In Lombardia è la meno cara dopo Brescia

Il capoluogo orobico ha mantenuto invariata la tariffa rispetto all'anno scorso. Ecco tutti i numeri dell'Osservatorio di Cittadinanzattiva

Tassa sui rifiuti, Bergamo tra le città migliori. In Lombardia è la meno cara dopo Brescia
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Bergamo tra le città meno care d'Italia per la tariffa della Tari: a dirlo è il report dell'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che la piazza nella top ten di quelle più moderate per quanto riguarda la tassa sui rifiuti. Un resoconto generale si può trovare sul nostro portale nazionale NewsPrima.

Il campione preso a riferimento è quello di una famiglia di tre persone che vive in un appartamento di 100 metri quadrati, analizzando i dati dei capoluoghi di provincia del nostro Paese, esclusi quelli che hanno adottato la tariffazione puntuale dei rifiuti (Cesena, Ferrara, Forlì, Parma, Reggio Emilia, Pordenone, Cremona, Biella, Trento, Bolzano, Belluno e Rovigo).

Le città più e meno care in Italia

Andiamo però a capire nel dettaglio quanto si paga nella nostra città e com'è la situazione rispetto agli altri territori d'Italia. Innanzitutto, all'interno della classifica delle città più risparmiose per questo aspetto, si trova al quinto posto, con 214 euro. Al primo posto in assoluto troviamo invece Udine, con 181 euro, al secondo Brescia con 195 euro, al terzo Fermo con 196 euro e, al quarto, Vicenza con 211 euro. Dopo di noi, invece, c'è Isernia (215 euro), poi Macerata, Verona e Siena dove si spende la stessa cifra (220 euro), infine Novara (229 euro).

Se poi invece si fosse curiosi di sapere dove invece si paga di più, si ha a disposizione anche questa graduatoria. In cima troviamo Catania (594 euro), seguita da Genova (492 euro), Napoli (491 euro), Pisa (481 euro) e Brindisi (464 euro). A chiudere la classifica Latina (460 euro), Messina (453 euro), Salerno (451 euro), Reggio Calabria (443 euro) e Benevento (442 euro).

La classifica lombarda

Com'è invece la situazione in Lombardia? Ebbene, se si va a guardare nella nostra regione le famiglie pagano in media 254 euro, in rapporto a una media nazionale che si aggira intorno ai 320 euro, con un aumento in media del 2 per cento in Italia. Nello specifico, nella classifica lombarda Bergamo è uno dei capoluoghi dove si paga di meno, dato che è decimo su undici posizioni e, come Brescia, ha mantenuto invariata la tariffa.

La città in cui si paga di più è invece Milano, con 301 euro, sebbene sia calata rispetto a un anno fa, quando se ne sborsavano 313 ed è diminuita quindi del -3,6 per cento. Seguono Monza con 298 euro (l'anno scorso 276, +8,2 per cento) e poi Pavia con 279 euro (rimasti praticamente invariati rispetto all'anno precedente). Dopo arrivano Mantova (272 euro, +2,6 per cento), poi Lodi (269 euro, -2,5 euro), Varese (254 euro), Como (247 euro), Lecco (238 euro) e Sondrio (229 euro). A chiudere, appunto, Bergamo e Brescia .

Campania la più costosa

A livello nazionale, la Campania si conferma come la regione con la tariffa più alta per un totale di 416 euro all'anno. Al secondo posto delle regioni con la Tari più costosa c'è la Puglia con 409 euro seguita dalla Sicilia con 396 euro. In testa alla classifica dei capoluoghi di provincia più cari troviamo invece Catania.

Le famiglie catanesi spendono in media la cifra assurda di 594 euro all'anno per lo smaltimento dei rifiuti. D'altra parte, le Marche si distinguono per la spesa media più bassa (250 euro) con Udine come capoluogo di provincia meno dispendioso dove le famiglie affrontano una spesa media di 181 euro.

La differenza dei prezzi

Il rapporto dell'Osservatorio ha evidenziato un trend: 54 capoluoghi hanno registrato un aumento delle tariffe mentre solo 20 hanno visto una diminuzione. Latina si distingue per l'incremento più elevato (+31,2 per cento) mentre Imperia presenta la riduzione più consistente (-23,3 per cento).

Questi dati raccontano una storia di variazioni significative nei costi sostenuti dalle famiglie italiane per lo smaltimento dei rifiuti con differenze rilevanti non solo tra regioni ma anche tra i diversi capoluoghi di provincia. Queste variazioni potrebbero dipendere da molteplici fattori tra cui politiche locali e investimenti infrastrutturali.

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