Pognano, troppi alberi secolari tagliati. Fare Verde Bergamo in campo per proteggerli
L'associazione ha chiesto all'amministrazione di collaborare e di poter ripristinare il Consorzio di Gestione del Plis
Troppi alberi secolari abbattuti nel Comune di Pognano. Così l'associazione di protezione ambientale Fare Verde Bergamo ha invitato pubblicamente l'amministrazione comunale a procedere al riordino del parco locale di interesse sovracomunale.
I recenti abbattimenti di platani, salici e roveri ultracentenari nelle aree dei fontanili di Rampazzone, San Giuseppe e Fontane Nuove, riportano i colleghi di Prima Treviglio, non sono stati accolti con favore dalla popolazione: così l'associazione ne ha raccolto le rimostranze, proponendole al sindaco Edoardo Marchetti. L'obiettivo è collaborare reciprocamente, individuando le migliori soluzioni (sia in termini tecnici che finanziari) per la messa in sicurezza del parco dopo i diversi tagli avvenuti.
Risparmiare gli alberi e piantumarne di nuovi
«L'associazione - si legge in un comunicato - ha potuto verificare che esiste un'autorizzazione regionale al piano di taglio risalente ai primi mesi di quest'anno. Per sommi capi, prevedeva la messa in sicurezza delle sole aree boschive di pertinenza del Comune a ausa dei numerosi alberi caduti o instabili che si erano accumulati negli ultimi anni, da quando il consorzio di gestione era decaduto e non più rinnovato».
A questi alberi, poi, andrebbero ad aggiungersi quelli compromessi dalle tempeste dello scorso luglio. Così Fare Verde Bergamo si è nuovamente rivolta alla ditta in campo «per comprendere se il piano fosse stato rivisto per tenerne conto». A cui è seguita un'amara replica: «Gli alberi abbattuti o instabili erano stati già tagliati nei fontanili nuovi e sarebbero stati tagliati nelle aree non ancora lavorate, che in quel momento erano relative ai fontanili di Rampazzone e San Giuseppe».
Il rischio concreto è dunque quello di perdere ulteriori esemplari di alberi ultracentenari. Perciò l'associazione ha chiesto una rivalutazione della situazione, affinché alcune di queste piante per cui era previsto il taglio fossero "risparmiate", così da sopperire la perdita di quelle cadute per motivi naturali. E mantenere, quindi, una densità arborea che sia compatibile a quella definita dalla Regione nella sua autorizzazione.
Pur convincendo la ditta a risparmiare quegli alberi, l'associazione avrebbe riscontrato ugualmente un «corposo abbassamento della copertura arborea del parco, che mette a rischio le specie faunistiche endemiche e quelle introdotte». La soluzione? Piantumare nuove specie autoctone a basso fusto: tra i vantaggi, una più efficace manutenzione futura e un minore rischio per la collettività.
All'amministrazione, l'associazione ha chiesto anche di rimuovere tempestivamente il legname tagliato, oltre al rinnovo del Consiglio direttivo del Consorzio di Gestione del Plis (più un dibattito pubblico sulle sue finalità e prospettiva) e la possibilità di «istituire un corpo di volontari che contribuisca al monitoraggio e alla manutenzione del parco per le attività non richiedenti specifiche attrezzature e dotazioni di sicurezza».