Se n'è andato Roberto Matano, che scoprì Battisti. Da 40 anni aveva una villa a Romano
Romano di nascita, è diventato romanese di adozione. Ormai legato e affezionato al paese, è stato protagonista di atti di solidarietà
Se n'è andato Roberto Matano, artista, talent scout e produttore romano di nascita, ma da che da tempo, mentre continuava a lavorare in tutta Italia, aveva come base la propria villa a Romano di Lombardia. Fu lui a scoprire il talento di Lucio Battisti. Matano, 89 anni, si è spento nella notte tra martedì 28 e mercoledì 29 novembre all'ospedale di Romano.
La sua storia
Esordì nel 1955 come cantante nel quartetto di Luciano Finesche, nel 1958 divenne il frontman dei "Campioni", gruppo con cui incise decine di dischi e girò in tutta Europa. Dal 1963 alternò la carriera solista con quella del complesso, nel quale invitò un giovane chitarrista molto promettente, il cui nome era Lucio Battisti.
Il legame con Romano
Come ricordano i colleghi di PrimaTreviglio, nel corso della sua vita Matano è stato protagonista di diversi atti di solidarietà verso la comunità di Romano. Non ultimo la donazione di un defibrillatore installato in piazza Fiume. Sentito è quindi il saluto del sindaco Sebastian Nicoli: «Roberto era affezionato alla nostra città. Pur essendo romanese d'adozione è qui che ha radicato la sua vita, i suoi affetti. Sono diverse le occasioni in cui, in questi anni, abbiamo potuto incontrarci e, come Amministrazione Comunale, abbiamo organizzato insieme alcune bellissime serate musicali. Roberto non era solo musica ma era un fiume di ricordi e aneddoti di una persona che, da una prospettiva particolare, quella del musicista e del cantante, ha attraversato e osservato diverse evoluzioni della nostra Italia».
«Robbé ci mancherà»
Aggiunge: «I suoi racconti, che narravano l'unicità della sua esperienza nel panorama musicale, partivano da molto lontano ma dicevano di una persona capace di stare al passo con i cambiamenti e questo lo dimostra la presenza costante alle spalle dei giovani artisti. Matano era una persona generosa e ne è testimonianza anche il defibrillatore che ha voluto che fosse donato alla nostra Città. A lui destinato da un'associazione fiorentina con cui collaborava, Roberto ha voluto che venisse donato alla nostra Città. È quello che si trova in Piazza Fiume. Robbè, così come lo chiamava Lucio Battisti di cui Matano è stato sicuramente uno dei mentori, ci mancherà. Mancherà la sua saggezza, il suo sguardo, le sue serate. Ci mancherà la sua voglia, completamente intatta, di rendere, con la sua musica, un più più leggera la vita».