L'Atelier Rita Patelli in Borgo Canale in 40 meravigliose fotografie
Già dalle vetrine capisci che un mondo a sé, per quel ramo carico di foglie che abbraccia parte dell’entrata. Sulla porta una scritta, che racconta la filosofia di un negozio pieno zeppo di oggetti talmente belli che vorresti portarli a casa tutti. Perché a tutti, ne sei certo, troveresti un posto. Ecco la scritta: «Le cose belle sono difficili» (Socrate). Difficili come scrivere, incidendo, un canto della Divina Commedia sulla superficie di un uovo di legno. Mano ferma, punta d’acciaio stretta tra le punta delle dita, la posizione del polso che non deve inclinarsi per non rovinare tutto il lavoro di una sera. Difficile? Per forza. È un’arte.
Rita Patelli ha un sorriso fresco e carico di gentilezza. Sa ben impugnare le punte d’acciaio per scrivere sul legno, fare ghirlande che raccontano poesie di Natale e comporre con vecchi caratteri tipografici quadri che narrano frasi celebri di poeti e narratori. Donna di grande empatia, ama profondamente il suo lavoro, che la porta a riscrivere versi dei grandi capolavori della letteratura italiana e poesie classiche, ancora capaci di commuoverla. Sa a memoria la Divina Commedia. Disegna gli spartiti delle sinfonie classiche, per creare armoniosi segnalibri. E siede sui gradini decorati del negozio - che pare una bottega della Foresta Nera per il profumo di legno e poesia - quando deve lucidare un uovo di legno, dopo averlo scritto tutto a mano. Di diverse dimensioni, queste uova sono scritte secondo una precisa divisione in sei settori: si parte sempre dalla maiuscola in grassetto, che sta di sentinella sulla punta dell’uovo, e poi non si fa altro che seguire in maniera logica la scritta, girando l’uovo da sopra a sotto fino alla fine.
Sono piccoli capolavori di artigianato, opere di infinita pazienza, che Rita lavora ed espone nel proprio spazio, l’Atelier in via Borgo Canale 9/b, oppure che invia a Capri, in un negozio che le chiede di scrivere sulle uova alcuni versi dedicati all’isola. «La Divina Commedia l’abbiamo studiata tutti e a quasi nessuno, da giovane, è piaciuta – racconta l’artigiana –. Ma da adulti, rileggendola con molta calma, se ne percepisce forte la modernità. Quando la scrivo, elaboro i miei pensieri e ancora oggi mi capita di capire per la prima volta dei versi, e di commuovermi. Le trascrizioni più difficili? Quelle che mi vengono chieste in lingua tedesca. Perché, non potendo sbagliare, devo sempre stare molto attenta a ciò che scrivo, ad infilare le lettere una dopo l’altra nel modo corretto».
Nel suo negozio, Rita tiene anche cassetti con caratteri tipografici in piombo e legno, pieni di lettere e letterine, che stando sparpagliate si tengono compagnia. Fino a quando non arriva la mano di Rita, che ne sceglie alcune per farne quadri unici, d’artigianato puro. Il gioco sta nel disegnare con la frase un quadrato preciso. I caratteri perciò devono occupare uno spazio che sia uguale per tutti e quattro i lati. Poi, le lettere così composte vengono messe in una cornice fatta su misura. E siccome i caratteri tipografici sono incisi al contrario, la lettura va da sinistra verso destra, senza alcuna eccezione. «Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza», si legge. Oppure: «E il naufragar m’è dolce in questo mare». Versi che diventano opere, da appendere in casa. «Amo i versi e le poesie – conclude Rita – e le scrivo su legno, perché mi piace divulgarle. A volte le scrivo con i caratteri tipografici, a volte invece le incido nel legno con un inchiostro grasso, che penetri nella materia. I legni che uso sono diversi, ma tutti devono essere duri. Ecco perché utilizzo pero, melo e bosso, quando scrivo le poesie».
Nel negozio dell’artigiana non ci sono però solo uova, perfette per la Pasqua. Appese alle pareti ci sono grandi ghirlande decorate con casette, biscotti di terracotta, alberelli, cuori e stelle di legno «perché non manchi mai un tocco di Natale». Da manuale i cuori di legno ricamati con un fiocco di neve. Difficile capire quale sia il dritto e il rovescio, visto che non troverete un punto d’inizio, né un nodo finale che chiuda il ricamo!