Momento delicatissimo

Troppo brutta per essere vera: non è l'Atalanta che ci aspettiamo, urge un cambio di passo

A Torino la prestazione è stata pessima, una Dea completamente vuota devi ritrovare la retta via, come già avvenuto in passato

Troppo brutta per essere vera: non è l'Atalanta che ci aspettiamo, urge un cambio di passo
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di Fabio Gennari

Il problema non è perdere, ma come. Il problema non sono i 3 punti lasciati per strada, ma non lottare per provare a conquistarli. Il punto è che se così tanti fanno male e non c'è nulla da salvare, bisogna guardarsi negli occhi e risalire.

Il momento che vive l'Atalanta è complicatissimo, a Torino i giocatori sono sembrati poco una squadra e nei 90' non si è vista nessuna correzione in grado di far invertire la rotta. A Frosinone, ad esempio, la squadra sotto di due reti aveva trovato la forza di creare occasioni, segnare il gol del 2-1 e provare fino alla fine a rimettere in piedi la gara. A Roma e a Firenze ci era riuscita, a Udine lo ha fatto sul filo di lana. A Torino, invece, no.

Gli stessi giocatori che hanno fatto ottime cose in Europea League, ieri (4 dicembre) sono sembrati davvero in balia degli avversari. E dall'altra parte del campo non c'era il Barcellona o il Manchester City. L'Atalanta, questa Atalanta, è troppo brutta per essere vera e, senza fare drammi, senza considerare compromessa una stagione che è "solo" alla 14esima giornata, senza puntare il dito e trovare colpevoli, bisogna riprendere in mano la situazione, ritrovare il bandolo della matassa e invertire la rotta. Perché doti e forze ci sono. Bisogna trovare la strada giusta per far valere queste qualità, come è già successo. Magari correndo di più e meglio contro avversari che, invece, sembrano sempre averne di più.

Specchiarsi nel "tanto siamo forti" e autoincensarsi per sottolineare come il valore di mercato della squadra sia alto significa solo allontanare il problema. Con un solo punto nelle ultime quattro partite la media è pessima. Tra l'altro un punto conquistato all'ultimo respiro contro l'Udinese, altrimenti sarebbero stati zero. E se non fai punti, avanti non ci vai. Se non vai avanti, quelle dietro iniziano ad arrivare e la frittata si compie.

Oggi non è il tempo di pensare al mercato di gennaio, ma quello di riflettere e poi parlarsi. Da uomini e dentro lo spogliatoio. Se qualcuno non tira la carretta come altri, giusto dirselo in faccia e trovare insieme la strada per tornare a essere l'Atalanta. Prima dei risultati, conta rispondere presente sul campo. Sono le partite a fare la classifica. E servono le prestazioni per vincerle.

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