A bordo di un'auto sospetta, fugge dai carabinieri a Verdello e poi li prende a calci e pugni
Si tratta di un 34enne albanese, sospettato di aver commesso furti in appartamenti. Il dettaglio del prestanome sardo
I carabinieri l'hanno arrestato domenica 3 dicembre, non senza fatica, dato che ha anche opposto resistenza. A processo è finito O.K., albanese di 34 anni con precedenti per reati contro il patrimonio, per resistenza a pubblico ufficiale e sospettato di aver commesso dei furti in appartamenti.
L'inseguimento e l'arresto
Il soggetto, come riportato oggi (martedì 5 dicembre)da L'Eco di Bergamo, quella mattina alle 11.30 passava per la strada provinciale Francesca del paese della Bassa con una Ford Focus: un veicolo avvistato nelle aree colpite da dei topi d'appartamento. Motivo per cui i militarti dell'Arma, una volta che la macchinetta per la lettura targhe a bordo della loro auto ha segnalato quella dell'immigrato, gli hanno intimato l'alt. Lui, per tutta risposta, si è dato alla fuga, innescando un inseguimento.
La pattuglia, che nel frattempo aveva chiesto rinforzi, è stata dietro all'individuo per circa un chilometro, tra le manovre e i sorpassi azzardati di quest'ultimo. Una volta resosi conto che sarebbe stato difficile seminarli in macchina, l'ha abbandonata cercando di dileguarsi attraverso i campi. I carabinieri, raggiunti dai colleghi, lo hanno infine scovato dopo che si era nascosto in mezzo alla vegetazione, ma l'albanese ha cercato di sottrarsi all'arresto con calci e pugni. Alla fine, lo hanno ammanettato e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.
Disposti i domiciliari
In Aula, la scorsa giornata, ha raccontato di trovarsi nel nostro Paese da quattro-cinque giorni, che stava dagli zii a Pioltello e che era fuggito perché temeva di non essere in regola coi documenti. Quando gli è stato chiesto cosa ci facesse a Verdello, ha risposto che aveva sbagliato strada e poi ha chiesto scusa ai militari che aveva aggredito. L'Accusa, sottolineando che il 34enne era pregiudicato, senza lavoro e non aveva domicilio proprio, ha chiesto la custodia in carcere in attesa del processo.
Quando l'avvocato difensore stava prendendo la parola per sostenere che il suo assistito era scappato per la questione del permesso di soggiorno e non perché era l'autore dei furti e che, inoltre, si era scusato coi militari, è arrivata la disponibilità dei parenti ad accoglierlo nell'abitazione di Pioltello. Motivo per cui il giudice ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare dagli zii, senza però braccialetto elettronico, come invece richiesto dalla Procura. Il processo per direttissima è rinviato al 12 gennaio prossimo.
Il prestanome sardo
Nel corso dell'udienza è emerso un altro dettaglio interessante: la vettura che guidava è intestata a un sardo (si ipotizza un prestanome), che risulta possederne una quindicina in tutto, quasi tutte in uso a stranieri e segnalate in zone in cui sono avvenuti furti.
Almeno questa risorsa possiamo mandarla a casa sua col primo volo? O ce la teniamo per riempire le nostre culle vuote e pagare le nostre pensioni?