Schizza l'export nei Paesi ex sovietici: lo spettro dell'elusione alle sanzioni contro la Russia
L'ipotesi dalla Camera di Commercio di Bergamo: in Kazakistan, ad esempio, arrivano il 940 per cento in più di metalli di base e prodotti in metallo
L'export delle imprese bergamasche verso la Russia, dopo le sanzioni decise dall'Unione Europea, è diminuito notevolmente. Allo stesso tempo, però, è cresciuto in maniera evidente quello verso i Paesi dell'ex sfera d'influenza sovietica, che sono vicini alla nazione sia dal punto di vista geografico che politico. Il sospetto è che in qualche modo vengano aggirati i divieti, utilizzando di fatto degli intermediari per far arrivare comunque le merci proibite nella Federazione.
L'ipotesi non è così inverosimile, tant'è che ad avanzarla è stata la Camera di Commercio di Bergamo, sulla base dei dati resi noti oggi (venerdì 8 dicembre) nel suo ultimo report sulle esportazioni verso le realtà dell'Est. «Le sanzioni hanno avuto l’effetto di dimezzare le esportazioni bergamasche in Russia rispetto a due anni fa. A questo calo ha fatto fronte una forte crescita del traffico verso alcuni Paesi ex sovietici, che ha assorbito la metà di quanto perso con la Russia - ha spiegato il presidente Carlo Mazzoleni -. Pesa l’interrogativo se tale fenomeno rappresenti di fatto e almeno in parte una forma di elusione delle sanzioni».
Aumentato l'export nei Paesi ex sovietici
Dal momento dell’invasione russa dell’Ucraina, avvenuta il 24 febbraio 2022, l’Ue, così come Regno Unito e Stati Uniti, ha varato undici pacchetti di sanzioni, contenenti tra l’altro una serie di restrizioni all'importazione e all'esportazione da e verso la Russia. Tra le merci la cui esportazione risulta vietata vi sono tecnologie d'avanguardia, componenti elettroniche e software, alcuni tipi di macchinari e attrezzature per il trasporto, beni e tecnologie per la raffinazione del petrolio, attrezzature, tecnologie e servizi per l'industria dell'energia, beni e tecnologie per i settori aeronautico e spaziale, prodotti per la navigazione marittima e tecnologie di radiocomunicazione, beni a duplice uso civili e militari, beni di lusso, armi da fuoco ad uso civile e altri materiali per l'esercito.
Se per effetto delle sanzioni europee le esportazioni bergamasche verso la Russia nel primo semestre 2023 (56 milioni di euro) sono state il 24 per cento in meno rispetto al 2022 e addirittura il 50 per cento in meno rispetto al 2021, in parallelo le statistiche ufficiali evidenziano un altro fenomeno: le esportazioni bergamasche verso i Paesi dell’area di influenza russa sono cresciute del 67 per cento tra il primo semestre del 2021 e il 2023, trainate soprattutto da Paesi ex sovietici. Tra i primi sei mesi del 2021 e lo stesso periodo del 2023, Bergamo ha infatti guadagnato 25 milioni di euro di export verso Armenia, Azerbaijan, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
Coperto metà dell'export alla Russia
Le esportazioni bergamasche verso i Paesi filorussi non hanno completamente sostituito i flussi venuti meno, ma ne hanno coperto circa la metà. Pur con un calo del 50 per cento rispetto ai primi sei mesi del 2021, Bergamo continua a esportare verso la Russia numerosi prodotti delle attività manifatturiere. Tuttavia, questa nazione rappresenta ora solo una quota dello 0,5 per cento delle esportazioni provinciali e Bergamo è scesa, in tre anni, dall’ottavo al dodicesimo posto della classifica italiana, con una quota attuale del 2 per cento sul totale nazionale esportato.
I macchinari, che costituiscono circa un terzo del totale esportato, hanno subito una flessione del -76 per cento. Variazioni meno significative hanno toccato le sostanze e prodotti chimici (-1 per cento), i metalli di base e prodotti in metallo (-6 per cento) e gli articoli in gomma (-4 per cento). A compensare parzialmente queste diminuzioni hanno contribuito gli strumenti per irradiazione, apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche, i prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori e i prodotti delle altre attività manifatturiere.
Il Kazakistan destinazione principale
Il Kazakistan è il Paese che ha avuto l’exploit maggiore, con un raddoppio delle esportazioni bergamasche, che sono passate da quattordici milioni di euro nel primo semestre 2021 a trenta milioni di euro nel 2023. Bergamo è così diventata la seconda provincia esportatrice italiana verso questo Paese dopo Milano, guadagnando una posizione rispetto al 2021. A dare l’impulso maggiore sono stati i metalli di base e prodotti in metallo (+940 per cento), che rappresentano oltre la metà dell’export verso questa nazione e i prodotti alimentari, ovvero zucchero, tè, caffè, pasta, piatti pronti e omogenizzati, che sono passati da seimila euro a oltre quattro milioni di euro.
I dati di Uzbekistan, Georgia e Armenia
Rispetto all’Uzbekistan, Bergamo conserva il quarto posto tra le province italiane dopo Udine, Milano e Firenze, ma i valori sono schizzati in su del 35 per cento. A farli crescere sono stati i macchinari e apparecchi, che rappresentano la quasi totalità delle merci esportate verso il Paese e hanno superato la soglia dei dieci milioni di euro.
Quanto alla Georgia, a contribuire maggiormente all’aumento del +97 per cento sono stati i macchinari e apparecchi (+42 per cento), i metalli di base e prodotti in metallo (+139 per cento), le sostanze e i prodotti chimici (+114 per cento) e gli articoli in gomma e materie plastiche (+281 per cento). Con questo, Bergamo scala un gradino e arriva alla nona posizione tra le province italiane, mentre Milano è diventata la prima in classifica e Brescia è salita alla sesta posizione.
Verso l’Armenia la provincia di Bergamo, in diciottesima posizione, non è la provincia italiana che ha avuto la crescita maggiore, ma il valore dei macchinari e apparecchi è ora sette volte quello precedente, mentre le sostanze e prodotti chimici si sono triplicati.
Le istituzioni di Bruxelles hanno dedicato attenzione all’impennata delle esportazioni di Paesi membri a Paesi filorussi, a partire dal rapporto pubblicato lo scorso marzo dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. L’Ue ha poi reagito potenziando alcuni strumenti per arginare l’elusione delle sanzioni e, oltre a ciò, alcune nazioni, come il Kazakistan, si sono recentemente impegnati a vietare il successivo transito in Russia delle merci europee importate.
Anch'io condivido la validità della sospettata manovra di aggiramento delle sanzioni: vorrei anche sperare che, dopo il blackout della politica (insipida mediazione franco/tedesca con Minsk 1 e 2, guerra, coinvolgimento diretto ad affiancare le 'ragioni' ucraine, sanzioni autolesionistiche da parte occidentale), i traffici economici restini quel ponte tra le parti, sul quale, in un futuro non lontano, riparta la necessaria normalizzazione dei rapporti !!!
Hanno fatto bene, se è così. Grazie all'idiozia delle sanzioni, oggi in Russia le auto vendute sono al 50% cinesi, quando prima erano europee. Contenti della zappa sui piedi? In più la UE continua a incrementare l'economia cinese, con le auto e i bus elettrici, le relative batterie, i pannelli solari, ecc. per la fregola finto ecologista. Italiani contenti delle sanzioni.che hanno spinto sto schifo? Mah.
Fanno benissimo a continuare le esportazioni, queste sanzioni sono scandalose e naturalmente chi le pensa e sostiene mica rischia lui di perdere il lavoro o l'azienda. Peraltro del kazakistan si sa gia' dall'inizio, a uj azienda russa basta aprire una ditta li' e ordina normalmente
Le sanzioni fanno male alle nostre imprese, non certo a un paese come la Russia, e perciò ogni tentativo di sopravvivere è naturale. Siamo stati trascinati dal governo della EU in questo gioco perverso senza nessuna possibilità di successo. La guerra in Ucraina è servita per indebolire economicamente la Germania e con essa tutta la EU, facendo un grosso favore alle altre potenze mondiali.