Addio a Renato Bonazzi, il tappezziere bonario di Gandino che amava la Marcialonga
Avviò l'attività artigianale dopo il servizio militare fra gli Alpini. Notevole il suo impegno nella vita amministrativa e sociale del paese
Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, ma anche e soprattutto alla vita sociale e amministrativa del paese di cui era alfiere orgoglioso. Si è spento a Gandino, all'età di 85 anni, Renato Bonazzi, artigiano tappezziere e materassaio, molto conosciuto non solo in Val Gandino.
Nato a Gandino nel 1938, Renato dopo il servizio militare fra gli Alpini aveva intrapreso l'attività artigianale, negli anni in cui il boom economico della Val Gandino regina del tessile vedeva crescere nuove case con le relative necessità di arredo. In via Castello, non lontano dal convento delle Orsoline, e dal laboratorio di via Roma, Renato, poi accompagnato dal figlio Maurizio, si spostava in diversi paesi, pronto a rispondere alle necessità di chiunque. Con il suo fare bonario, sempre pronto alla battuta di spirito, era interlocutore ideale per tante massaie.
Notevole negli anni il suo impegno nella vita amministrativa e sociale del paese. Bonazzi fu fra i primi ad aderire in Val Gandino alla novità della Lega Lombarda nei primi anni '90, rivestendo più volte il ruolo di consigliere in Comune con il sindaco Marco Ongaro e di amministratore di società partecipate come la Concossola. Era attivo anche nel Gruppo Alpini e nella Confraternita della Madonna del Carmine, di cui era generoso sostenitore.
La sua grande passione era lo sci di fondo, praticato sulla pista della Montagnina nell'ambito dell'attività dello Sci Club Valgandino. Vantava un numero record di partecipazioni (più di trenta) alla Marcialonga in Trentino e solo per un contrattempo in un'edizione (rottura dei bastoncini con conseguente ritiro) non era annoverato nell'albo ufficiale dei Senatori della manifestazione.
Oggi (9 dicembre) i funerali di Renato Bonazzi sono stati celebrati nella Basilica di Gandino. Attorno alla moglie Celestina, alle figlie Monica e Marina, al figlio Maurizio, alla sorella Giusi, al fratello Eugenio e a tutti i familiari si sono stretti tanti amici, ma anche semplici "clienti", che per sempre ricorderanno quel bonario "tappezziere".