"Starseed", il nuovo album del bergamasco Sandro: spiritualità dalle sonorità trap
È uscito il 24 novembre e parte dalla religione per raccontare molto dell'artista classe 1999, all'anagrafe Alessandro Perego
di Camilla Amendola
Il 24 novembre, sulle principali piattaforme di streaming è sbarcato il primo album di Alessandro Perego, in arte Sandro, classe 1999. Il disco si chiama Starseed, un chiaro riferimento al volume di Sennar Karu (ricercatore e autore spirituale, discepolo di Paramhansa Yogananda) sui «servitori del progetto divino». Insomma, un album dai tratti spiritualistici.
«Questo progetto ha uno storytelling. Starseed affronta diversi temi - spiega Sandro -. Parlo della religione. Ci sono delle teorie che sostengono che nell’universo esistono dei "games changer", ovvero persone che sono predisposte già dalla nascita a cambiare il mondo. Ho preso questo concetto e l’ho adattato al mio album». Sandro in questo disco ha riposto la sua rinascita musicale: «Ho capito durante il mio percorso artistico chi sono e chi voglio essere».
Il cantante bergamasco si è avvinato al mondo della musica fin da piccolissimo, ma solo negli ultimi anni ha iniziato a scrivere le sue canzoni e a registrarle in studio: «Negli ultimi anni ho avuto un risveglio in cui ho capito quello che volevo fare». L’album è il frutto del lavoro di ventiquattro mesi, perché oltre al tempo materiale necessario per la scrittura dei testi e la registrazione degli stessi, un intero anno è stato dedicato alla ricerca di persone che sposassero la sua stessa filosofia: «Non ho lavorato da solo a questo disco. Mi sono circondato di persone che abbracciassero la mia stessa mentalità. Si è formato un bel gruppo che va oltre la musica. Con me hanno lavorato persone davvero eterogenee, ma collegate dallo stesso fil rouge. Infatti, devo ringraziare Garo, sorrybenni, Jeb dello studio d’incisione Pslab, l’art director e Christian Ghidini. Sono davvero molto soddisfatto anche di tutti i featuring presenti nel disco, anche loro sono stati fenomenali. Sto parlando di GSLATT e Black Smoke».
La prima traccia dell’album si intitola Benedetto e l’ultima Maledetto. Non è un caso: «Questo risveglio artistico ha a che fare sia con i testi, sia con il genere musicale che, per la prima volta nelle mie canzoni, si avvicina alla trap. C’è un contrasto tra delle scene più cupe e dark ad altre più tranquille. Scegliendo questi due titoli volevo evidenziare la mia completezza. Si tratta di un continuo loop. Il disco può essere ascoltato in qualsiasi sequenza. Benedetto parla del mio risveglio, Maledetto è dedicata alla consapevolezza della situazione in cui sto».
Infine, Sandro scherza su se stesso: «Sono lo stereotipo del bergamasco. Io sono un ragazzo umile che ha un lavoro che gli occupa la maggior parte della giornata. La musica però non è solo una passione, ma il mezzo per sentirmi realizzato. Di giorno ho il lavoro e di notte la musica. Sono lo stereotipo del bergamasco perché ho disciplina e seguo quello che sto facendo al massimo e non mi fermo finché non arrivo dove voglio arrivare».