Annita Rota di Mozzo: «Vi riporto messaggi per conto dei Santi e dei Papi»
La donna scrive fin da piccola storie e aforismi ispirati dal soprannaturale. «Parole dall’alto, donate al mondo attraverso la poesia»
di Dino Ubiali
Annita Rota da oltre cinquant'anni scrive poesie, aforismi, libri tutti ispirati dal soprannaturale. Dal 2005 vive sola nella sua casa, da quando - anni prima - il marito è venuto a mancare: un attico nella zona periferica di Mozzo con una vista spettacolare sui colli di Bergamo.
Le pareti della sua abitazione sono piene di attestati, premi e riconoscimenti che negli anni ha ottenuto grazie alle sue opere. Libri di quasi cinquecento pagine, diari che giorno per giorno raccontano delle ispirazioni che popolano la sua mente e la obbligano, qualsiasi cosa stia facendo in quel momento, a scriverle. Un tempo con carta e penna, oggi su due grandi computer che padroneggia con maestria.
Annita è nata in una famiglia numerosa a Pontida nel 1934. Settima di dieci fratelli sin da piccola, complice il suo carattere schivo e riservato, ha iniziato a scrivere. A cinque anni si è trasferita con la sua famiglia da Pontida a Palazzago, dove il padre - eccellente viticoltore - ha lavorato nella sua proprietà: una grande casa, con vasto podere, acquistata dal nonno a un'asta di vendita dei Conti Fenili.
Allora non c’erano le corriere per la città e la famiglia di Annita l'ha mandata al collegio di Santa Chiara, una delle prime istituzioni scolastiche inaugurata nel 1836.
«Avevo una grande facilità nello scrivere composizioni e poesie, ma quando mi chiamavano alla cattedra io arrossivo sempre. Una volta venne al mio paese il vescovo di Bergamo, monsignor Adriano Bernareggi, e fui invitata a recitare davanti a lui una poesia che avevo composto».
Successivamente Annita ha studiato le lingue: il tedesco lo ha affinato a Norimberga, il francese a Losanna. Mai sazia di sapere, ha studiato anche stenodattilografia, paghe e teosofia. Ha ottenuto anche un diploma di pranoterapeuta, disciplina mai esercitata come da pragmatica perché impegnata nel lavoro con il marito.
Tuttavia, Annita si esercitava nella sua missione di guaritrice con la forza del suo pensiero, che indirizzava verso molti bisognosi (...)