Multe e sequestri

Controlli contro il bracconaggio: trappole illegali e irregolarità coi fucili sul Sebino e in Valcalepio

Utilizzati strumenti a scatto, reti a tramaglio, richiami vietati. Diverse armi lasciate incustodite e alcune non consentite

Controlli contro il bracconaggio: trappole illegali e irregolarità coi fucili sul Sebino e in Valcalepio
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Uccelli catturati, in modo illegale, con reti e trappole per poi impiegarli come richiamo o cucinarli: davvero tanti gli illeciti scoperti dalla Polizia provinciale nella Bergamasca nell'ultima settimana, in particolare nella zona del Sebino e della Val Calepio.

Sospensioni delle licenze e multe pesanti

Con la stagione di caccia aperta, continua quindi l’attività degli agenti, guidati dal comandante Matteo Copia, per tutelare la fauna selvatica e impedire il bracconaggio: in questo caso, per quanto riguarda l’uccellaggione, cioè la cattura di piccoli volatili, condotta tramite dinamiche vietate. Per questi reati è prevista la sospensione della licenza per dieci anni, con il sequestro immediato delle prede e degli strumenti utilizzati.

In alcuni casi, è stato applicato in aggiunta il reato di maltrattamento degli animali, con sanzioni previste da cinquemila a trentamila mila euro, perché queste pratiche causano sofferenze aggiuntive agli uccelli (articolo 544 ter del Codice penale).

 

Trappole a scatto

A Solto Collina, per cominciare, gli agenti hanno individuato un operaio, addetto alla manutenzione di un fondo, che ha posizionato ben venti trappole a scatto denominate comunemente “sepì” per la cattura di piccoli uccelletti, come i due pettirossi ritrovati intrappolati. A Gandosso, invece, sono stati rinvenuti quattordici uccelletti, congelati e spiumati per poi essere consumati, nel freezer di una persona. A far intuire l'illecito, il fatto che avesse esposto, sul terrazzo della propria abitazione, due gabbie trappola, con una pania invischiata e sette uccelli da richiamo della specie "lucherino".

Rete a tramaglio

A Costa Volpino, inoltre, in un terreno recintato e adibito a coltivazioni orticole, è stato scoperto un impianto abusivo per la cattura di piccola avifauna migratoria, costituito da una rete verticale a tramaglio e da diverse trappole a scatto. In collaborazione con il Corpo intercomunale di Polizia locale Alto Sebino, è stato identificato il responsabile, un residente a Pisogne, che si è conclusa con il sequestro della rete, dei mezzi vietati e di un esemplare vivo di pettirosso, subito dopo liberato.

Richiami illegali e fucili incustoditi

I controlli sulla caccia hanno portato anche a denunce per l'omessa custodia di fucili, nonché per l'uso di mezzi vietati, come i "phonophil" (richiami acustici elettromagnetici) che attirano l’avifauna procurando quelle che vengono definite da via Tasso «inutili e antisportive stragi». In particolare, si è segnalato un caso a Foresto Sparso, dove ne è stato usato uno senza sosta presso un appostamento fisso di caccia. Nell'occasione, gli agenti provinciali hanno sequestrato anche tre fucili semiautomatici, senza la limitazione prevista a soli due colpi, quindi vietati.

Le verifiche hanno portato anche alla denuncia di un cittadino di Grumello del Monte per omessa custodia del fucile, lasciato con trascuratezza in un capanno vicino alla propria casa. Infine, altre infrazioni sono dovute al mancato rispetto delle distanze da immobili o abitazioni, ai fini della tutela della pubblica sicurezza: i responsabili sono stati indagati e deferiti all’autorità giudiziaria.

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