Cinque anni dopo

È finita l'Odissea del Parco dei Ciliegi a Treviolo, che può finalmente fiorire

L’azienda incaricata non faceva nulla, ci sono voluti anni per la battaglia legale. Poi altri due per trovare risorse, visti i rincari

È finita l'Odissea del Parco dei Ciliegi a Treviolo, che può finalmente fiorire
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di Monica Sorti

Sono ripartiti nelle scorse settimane a Treviolo i lavori per la realizzazione del nuovo Parco dei Ciliegi, un ampliamento del parco Zanchi che verrà implementato con una superficie di 10 mila metri quadri.

Si tratta di un progetto nato cinque anni, all’epoca della realizzazione della Residenza sanitaria assistita Primavera. L’opera ha però avuto uno stop forzato subito dopo l’inizio dei lavori.

«Purtroppo siamo incappati in un’azienda che arrivava da Torino, che ha vinto una prima gara ma che, dopo aver preso possesso del cantiere, non ha più fatto praticamente nulla», spiega il sindaco Pasquale Gandolfi. «Da lì è cominciato un lungo iter, abbiamo dovuto affrontare una causa che è durata tre anni e che siamo riusciti a chiudere solamente due anni fa».

Nel frattempo però l’amministrazione ha dovuto fare i conti con i prezzi di realizzazione delle opere, che sono aumentati del 30 per cento. «Se all’epoca il costo era di circa 220 mila euro oggi, con l’aumento dei  prezzi post Covid, siamo passati a circa 320 mila euro», continua il sindaco. «Ragion per cui abbiamo dovuto trovare altre risorse per completare l’opera».

Nel bilancio di quest’anno i fondi sono stati reperiti e adesso finalmente il cantiere è potuto nuovamente ripartire. «La gara per il nuovo appalto è già stata fatta, è stata vinta da una società di Clusone che a sua volta ha subappaltato a una società di Osio. Hanno già cominciato i lavori e prevediamo di completare il parco con il posizionamento di cento ciliegi».

L’inaugurazione è prevista per il 18 marzo 2024. «Vorremmo inaugurarlo in quella data, che è il giorno in cui vengono commemorate  le vittime del Covid, perché vorremmo intitolare quel parco a tutte le persone che sono mancate (...)

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