Lite tra fratelli

Uccise il fratello al culmine di una lite a Mozzo: ora torna libero. La Procura: reazione a un'aggressione

Il reato derubricato a omicidio colposo per eccesso di legittima difesa, ancora da fissare la data dell'udienza preliminare

Uccise il fratello al culmine di una lite a Mozzo: ora torna libero. La Procura: reazione a un'aggressione
Pubblicato:
Aggiornato:

Tornato libero, dopo sette mesi agli arresti domiciliari, Lorenzo Maffeis, il 27enne che ebbe una colluttazione con il fratello Gianluca (in foto), 31 anni, la scorsa estate, che si concluse con la morte di quest'ultimo.

Cambia il reato contestato

La pm Carmen Santoro, come riportato oggi (giovedì 11 gennaio) dal Corriere Bergamo, ha infatti deciso di derubricare il reato contestato, da omicidio volontario aggravato da legame di parentela, a omicidio colposo per eccesso di legittima difesa. La data dell'udienza preliminare, tuttavia, deve ancora essere fissata.

Come ricostruito dagli inquirenti, l'indagato la sera tra il 25 e il 26 giugno aveva portato via il fratello dalla discoteca di Seriate, dove si erano recati insieme, per evitare che la discussione con un altro avventore degenerasse. Erano ritornati nella loro abitazione di via del Chioso e, intorno alle 5, era partita una lite, nella quale la vittima lo avrebbe aggredito, mettendogli anche le mani al collo mentre erano finiti a terra. L'altro avrebbe fatto lo stesso reagendo al gesto violento, ma ne avrebbe provocato il decesso.

Il referto dell'autopsia

Secondo il referto dell'autopsia, a causarlo sarebbe stato un arresto cardiocircolatorio, dovuto con molta probabilità a una forte pressione sul nervo vago, per cui sarebbe ridimensionata l'ipotesi dello strangolamento, in quanto non ci sarebbe stata una stretta al collo prolungata.

Tra gli altri fattori che potrebbero aver portato all'accaduto ci sono, inoltre, il mix di alcol e psicofarmaci, che Gianluca prendeva per via dei suoi disturbi mentali, ma anche l'agitazione dovuta a quel momento.

La tesi della difesa

Lorenzo, quando si era reso conto che il fratello stava male, ha cercato di rianimarlo, dopo aver chiamato i soccorsi al telefono e seguendo le istruzioni del 118. I suoi avvocati, Rosario e Francesco Coppola, hanno depositato una perizia delle lesioni che gli aveva provocato Gianluca, nello specifico ecchimosi, naso rotto e una frattura alla mano sinistra, guarita solo a novembre scorso.

Dalle testimonianze, sarebbe emerso che l'indagato è una persona in genere mite, dedito alla famiglia, ed i suoi legali sostengono che l'accaduto sia stato il l'esito, non voluto, di un suo tentativo di difendersi da un'aggressione.

Commenti
Andrea72

Ecco cosa capita ad avere un famigliare con problemi psichici: lo aiuti, lo supporti (e lo sopporti), lo tiri fuori dai guai e come ringraziamento lui cerca di ammazzarti...e tu ti fai pure sette mesi ai domiciliari perché hai cercato di difenderti ! Ora, io capisco che gli inquirenti dovevano compiere tutti gli accertamenti del caso, ma ci voleva proprio tutto questo tempo ?

Seguici sui nostri canali