Il tarlo asiatico arriva alle porte di Bergamo: ecco i quartieri interessati, con obblighi e divieti
L'insetto è arrivato in alcune zone del capoluogo orobico da Treviolo e Curno. Stabilito un perimetro di sicurezza nei quartieri
A Treviolo e Curno è stato individuato un focolaio di tarlo asiatico, che ha provocato l'allerta anche in alcune zone di Bergamo, dove si è creata una zona di sorveglianza.
Una specie dannosa
Nome scientifico Anoplophora glabripennis, si tratta di un insetto proveniente dall’Indocina, arrivato qui molto probabilmente attraverso bancali e container in legno infetto, altamente nocivo per molte specie vegetali, come le latifoglie e le specie arboree ed arbustive.
La lotta a questi parassiti prevede la sorveglianza e la distruzione per legge delle piante infestate e, in particolare, una volta rilevata la presenza, si impone l’adozione di una serie di misure obbligatorie. Tra queste l’eradicazione, l’abbattimento delle altre piante sensibili fino a cento metri da quella infestata e la definizione di un’area di sorveglianza (fino a due chilometri) dove eseguire controlli periodici.
Segni ed effetti dell'infestazione
Le specie maggiormente sensibili sono l'acero, l'ippocastano, la betulla, il pioppo, il salice e l'olmo. I segni visibili sono le "timbrature", a seguito della deposizione delle uova, e fori circolari, causati dagli esemplari adulti, sul tronco e sui rami, soprattutto in alto. Le femmine del coleottero entrano sotto la corteccia, dove depositano le uova e le larve, durante il loro sviluppo, scavano profonde gallerie nel legno, per poi impuparsi. Gli adulti fuoriescono dalle piante attraverso appunto fori circolari, aperti con le mandibole: la pianta malata, oltre a seccare, si espone inoltre ad una serie di patogeni secondari per poi morire.
I quartieri interessati
La presenza certa di un focolaio nei due comuni dell'hinterland ha portato le autorità a stabilire un’area di sorveglianza, i cui confini ad oggi (giovedì 25 gennaio) comprendono parte dei quartieri del Villaggio degli Sposi, Grumello, Longuelo, Loreto, San Paolo, San Tomaso e Colognola. Qui, a partire dalla prossima settimana, i tecnici dell'Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste (Ersaf) eseguiranno i controlli sul verde pubblico, necessari a verificare che il tarlo asiatico non abbia raggiunto il capoluogo orobico.
Obblighi e divieti
Le indicazioni regionali in materia impongono:
- La segnalazione dell'abbattimento e la potatura di alberi di acero, ippocastano, betulla, pioppo, salice e olmo.
- Il divieto, al di fuori dell’area delimitata, di movimentazione di legname e residui di potatura, non cippati, degli alberi appartenenti ai generi acero, ippocastano, albizia, ontano, betulla, buddleja, carpino, bagolaro, cercidiphyllum, nocciolo, eleagno, faggio, frassino, ibisco, koelreuteria, melo, melia, gelso, platano pruno, pero, quercia rossa, robinia, sophora, sorbo, tiglio e olmo.
- Il divieto, all’interno dell’area delimitata, della messa a dimora di alberi appartenenti ai generi acero, ippocastano, ontano, betulla, carpino, cercidiphyllum, nocciolo, faggio, frassino, koelreuteria, platano, pioppo, salice, tiglio e olmo.
La notifica degli abbattimenti e delle potature deve essere inviata via mail a infofito@regione.lombardia.it e deve contenere: data di inizio attività, tipo di intervento, località e/o indirizzo in cui si trovano le piante e modalità di smaltimento del legname. Per maggiori informazioni, si può andare alla pagina dedicata sul sito di Regione Lombardia.
Buongiorno. Condivido pienamente, il commento del signor Andrea. Questa è la globalizzazione, ( nel bene ) e soprattutto nel male.
Ci mancava solo lui già è la festa della motosega....speriamo non sia una scusa x abbattere ancora più piante
La globalizzazione porta anche a questo ,e il continuo cambio di merci se da una parte soddisfa le richieste del mercato, dall' altro ci arricchisce di cose che danneggiano il nostro ecosistema.