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Senzatetto, gli sgomberi servono a poco. A Bergamo ci vuole un altro dormitorio

Don Trussardi (Caritas): «Vengono qui anche da fuori, ma aiutare tutti è difficile». Messina: «C’è una rete per assisterli». La situazione aggravata dal gelo

Senzatetto, gli sgomberi servono a poco. A Bergamo ci vuole un altro dormitorio
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di Marta Belotti

Chi è un frequentatore abituale della Stazione Autolinee di Bergamo, già da inizio settimana ha visto come qualcosa fosse cambiato. I mezzi e gli operatori di Aprica alla mattina; praticamente nessun bivacco alla sera.

Gli sgomberi

La conferma arriva dalla Prefettura di Bergamo: lunedì 22, martedì 23 e mercoledì 24 gennaio il personale della polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di Finanza e della polizia locale di Bergamo ha attuato servizi straordinari di controllo alla Stazione Autolinee dove era stata segnalata la presenza di persone sospette, in particolare extracomunitari e senza fissa dimora.

Anche il personale di Aprica ha partecipato, per occuparsi della rimozione degli oggetti di chi si era stanziato lì e per la pulizia e sanificazione di tutta l’area. In poche parole, sono stati giorni di sgomberi.

In molti hanno lodato l’intervento, incitandone di nuovi, più frequenti e repressivi, mentre altri si chiedono se operazioni del genere debbano essere fatte proprio in pieno inverno, cioè nel momento più difficile per le persone senza fissa dimora. E poi c’è anche chi, conoscendo e lavorando tutti i giorni a contatto con queste donne e questi uomini, prova a suggerire un ragionamento più ampio e complesso.

Qui addirittura da Vicenza

«La pressione in queste ultime settimane è stata davvero tanta - esordisce don Roberto Trussardi, direttore della Caritas diocesana bergamasca -. Ognuno usa i suoi mezzi e gli sgomberi non sono certo i nostri: noi facciamo gli educatori. Non biasimo però la polizia e l’amministrazione, che hanno tutto il diritto di compiere gli sgomberi, soprattutto quando i numeri sono impressionanti come in questi giorni. Negli ultimi tempi, a Bergamo sono arrivati tanti senzatetto dai grandi centri limitrofi, come Milano, ma anche da quelli più spostati. Siamo venuti a contatto con persone provenienti addirittura da Vicenza o da Verona, cosa che non mi era mai capitata di vedere».

«Dopo poco, ritornano»

Un aumento che si traduce nella difficoltà di accogliere tutti: «Alla mensa dei poveri siamo arrivati a 180 presenze, venti in più rispetto alla nostra media. Anche i dormitori sono già strapieni (...)

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