La storia

Remo Giacomoni, il prof di 91 anni che insegna matematica (gratis) agli studenti

Ingegnere elettronico, fa parte dell’Associazione Portofranco che offre lezioni private gratuite. «Cosa devo farci, sono contento così»

Remo Giacomoni, il prof di 91 anni che insegna matematica (gratis) agli studenti
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di Ettore Ongis

«Sa perché nel mio indirizzo mail c’è il numero 2020? Perché quando ho creato la mia prima mail, molto tempo fa, ho pensato che il 2020 sarebbe stato un anno abbastanza lontano dove mi sarebbe piaciuto arrivare...». Remo Giacomoni è un elegante signore di 91 anni (appena compiuti, è nato il 19 gennaio 1933), valtellinese nato a Genova, cresciuto a Milano e approdato a Bergamo «dopo una lunga navigazione».

Ingegnere elettrotecnico, ha lavorato in aziende multinazionali in Italia e all’estero, dalla Edison alla General Electric nel Massachusetts («tre anni di esperienza fantastica»). Infine è approdato alla Same di Treviglio: «A quel punto ho preso casa a Bergamo. Era il 1992». A 55 anni è andato in pensione, però per altri quindici anni ha lavorato come consulente.
«Finalmente a settant’anni ho finito: nessuno mi ha più cercato».

E dopo i settanta?

«Va bene l’amore per i libri, ma stare con le mani in mano proprio non mi andava giù: ho bussato alla scuola per stranieri della Ruah offrendomi gratuitamente per insegnare italiano. Sono rimasto in cattedra per dieci anni, fino a quando la cooperativa ha svecchiato la classe docente».

Che cosa le è rimasto?

«Le faccio un esempio. Ogni due mesi vado a trovare una signora di colore, mia ex allieva, rimasta vedova con tre bambini. L’ultima volta la figlia mi ha sorriso: “Ma sei tu allora quello che ha insegnato a scrivere alla mia mamma”. Cosa devo farci, sono contento così».

E dopo la Ruah?

«Un giorno mia moglie legge su L’Eco di Bergamo dell’associazione Portofranco, che offre ripetizioni gratuite agli studenti delle superiori. Chiamo, incontro la presidente Emi Serio, mi fanno l’esame di idoneità (ride…) e vengo “assunto”: faccio ripetizioni di matematica e fisica, ormai sono lì da otto anni».

Come si trova?

«Molto bene. Ho capito che gli studenti hanno sì bisogno di risolvere i problemi scolastici, ma molte volte hanno anche la necessità di parlare con qualcuno. Sono ragazzi italiani e stranieri che sanno le cose, non sono affatto stupidi, ma che prendono quattro perché spesso l’ansia o la fretta fa loro commettere errori banali. Il solo fatto che siano loro a prenotarsi per chiedere una lezione, vuol già dire che hanno voglia di imparare» (...)

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