Strafalcione

Albino ricorda da 150 anni il grande pittore Piccio, ma col nome... storpiato

È un secolo e mezzo dalla morte di Giovanni Carnovali. Ma il suo cognome dedicato a una piazzetta del paese della Val Seriana è sbagliato: Carnevali

Albino ricorda da 150 anni il grande pittore Piccio, ma col nome... storpiato
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di Angelo Calvi

Sono 150 anni dalla morte del pittore Giovanni Carnovali detto il Piccio, ricordato con tanto di mostra a Cremona, e sono 150 anni che Albino lo ricorda storpiando il suo cognome in Carnevali; quanti ne passeranno ancora prima che lo si corregga nella toponomastica albinese?

Quando il 5 luglio 1874 il pittore morì annegato nel Po, mentre, com’era solito, nuotava, la Albino che l’aveva visto crescere e gli aveva dato il soprannome di Piccio, nella seconda parte dell’Ottocento, volle partecipare alla sua fama. Ma, dopo tanti anni da quando si era trasferito, gli dedicò una via con un errato cognome: Carnevali.

Il Carnovali, nato a Montegrino Valtravaglia in provincia di Varese il 29 settembre 1804 era arrivato ad Albino, a otto anni, con il padre, dipendente dei conti Spini, “fontanaro” dei nobili giardini; il soprannome “Piccio” gliel’avevano affibbiato gli Spini, “Piccio” come “piccolo” nel senso di apprendista o aiutante oppure, per altri, piccolo di statura.

Ancora nell’Inventario dei beni immobili di uso pubblico per natura al 31 dicembre 1934, approvato con delibera il 24 marzo 1935 dal podestà fascista, per quanto riguarda le strade comunali persisteva, scritto a mano, il cognome Carnevali: «Via Carnevali staccasi da Piazza Spini e sbocca in via Moroni», ovvero è l’attuale via Matteotti.

A sua volta via Moroni «staccasi da via Carnevali e termina al trivio con le strade per Selvino e viale Cimitero»; via Moroni è l’attuale via mons. Camillo Carrara, via Selvino non ha cambiato intitolazione, il viale Cimitero è diventato nel 1948 viale delle Rimembranze.

In quest’anno 1948, appunto, al Piccio fu tolta, per intitolarla a Giacomo Matteotti, la sua via, quando il primo Consiglio comunale democratico con un sindaco che sostituì il podestà fascista, dava «all’illustre pittore», in cambio, la piazzetta, già piazza Spini, davanti alla chiesa di san Bartolomeo, divenuta piazza Carnevali (...)

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