Omicidio di Martinengo: convalidato l'arresto di Menghetti, che è stata ora ricoverata

L'arresto è stato convalidato, sebbene non sia stata in grado di rispondere alle domande del gip Riccardo Moreschi. Come riporta il Corriere Bergamo, Caryl Menghetti, 46enne di Martinengo che la sera del 25 gennaio ha accoltellato e ucciso il marito Diego Rota (55 anni), si trova attualmente in una delle stanze blindate dell'ospedale Papa Giovanni, dove è stata portata dal carcere di via Gleno, dove si trovava sin dall'arresto, avvenuto nella notte successiva all'omicidio.

Sottoposta a trattamento farmacologico per lo stato di shock e delirio in cui si trova dopo i fatti, Menghetti non è in grado di rispondere alle domande del gip e per questo oggi, lunedì 29 gennaio, il suo arresto è stato convalidato senza che l'interrogatorio di convalida si svolgesse.

Proprio lo stato psicologico della 46enne è uno dei punti che gli inquirenti stanno approfondendo. Già affetta da problemi psichici da diversi anni (tre anni fa era stata sottoposta a Tso), proprio la mattina dell'omicidio la donna era stata portata in ambulanza all'ospedale di Treviglio perché fuori controllo: continuava a dire che il marito voleva fare del male alla loro figlia (di 5 anni) perché appartenente a una setta. Nella struttura della Bassa è stata visitata, ma poi dimessa. Poche ore dopo, la tragedia.

Originaria del Piemonte, Menghetti viveva a Martinengo da una decina di anni insieme al marito. In precedenza, la coppia aveva vissuto a Brusaporto. Da circa un anno gestiva il chiosco "Dolcetto o Scherzetto" al parco Suardi di Bergamo, di cui detiene ancora la licenza. Pare che volesse anche gestire il bar del parco, chiuso dalla fine del 2022. Da ormai diversi mesi, però, la donna non si presentava dietro al bancone.