Un passato traumatico

Omicidio di Martinengo, usato un altro coltello dopo che il primo si era rotto. La malattia e le cure psichiatriche

Le difficoltà di Menghetti e Rota ad avere figli, un gemello era morto in grembo alla donna. Da lì iniziarono i problemi

Omicidio di Martinengo, usato un altro coltello dopo che il primo si era rotto. La malattia e le cure psichiatriche
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Il coltello si è rotto dopo che Caryl Menghetti aveva colpito il marito Diego Rota. Per questo, è andata in cucina, lo ha riposto nel cassetto delle posate e ne ha preso un altro, con il quale ha finito il marito.

I tentativi di avere figli e il trauma

Si tratta di uno dei dettagli della tragedia di Martinengo che, come riportato oggi (lunedì 5 febbraio) dal Corriere Bergamo, è l'ultimo capitolo di una storia di malattia mentale e momenti difficili, che andavano avanti da anni. La coppia si era conosciuta perché Caryl lavorava nel negozio da estetista della sorella di Diego e, dopo un po' di tempo, si erano sposati ed avevano cercato diverse volte di avere un figlio, che però non arrivava.

Per superare le loro difficoltà, avevano deciso di ricorrere, nel giro di una decina d'anni, a tre fecondazioni in vitro. Le prime due si erano concluse con degli aborti spontanei, mentre all'ultimo tentativo la donna era rimasta incinta di due gemelli: una femmina e un maschio. Quest'ultimo, però, era morto quando era ancora nella pancia della madre, che lo aveva dovuto partorire deceduto insieme alla sorellina viva. Una situazione traumatica, che avrebbe segnato profondamente la psiche della 45enne.

La malattia mentale e le cure a Nembro

La quale, già tre anni fa, aveva incominciato ad accusare i primi disagi psichici acuti e mostrare delle turbe omicide verso il consorte, con dinamiche che avevano portato anche a un trattamento sanitario obbligatorio. A Rota fu consigliato di allontanarsi per un po' da lei, insieme alla bambina, ma lui si era rifiutato di lasciarla sola ad affrontare il problema. Le rimase quindi accanto durante il periodo delle cure psichiatriche a Nembro, fino a quando non sembrava che la malattia fosse scomparsa.

L'ultima crisi

Lasciato il lavoro da estetista, cominciò allora l'avventura del chiosco al Parco Suardi, costruito dalla stessa vittima, che aveva un'attività di falegname. Tutto pareva essersi risolto per il meglio: ma era un'illusione, perché la mattina di giovedì 25 gennaio era arrivata un'altra crisi. Mentre si trovava in giardino a parlare con una vicina, Caryl avrebbe iniziato a farneticare parole senza senso contro il marito, che avrebbero indotto a chiedere l'intervento del 118. Quando erano arrivati i sanitari, però, si era rifiutata di salire in ambulanza ed era stato necessario l'intervento dei carabinieri.

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