il passaggio

Il nuovo gestore della vigilanza all'aeroporto sarà in servizio a settembre. Intanto «condizioni sempre più critiche»

Ad oggi l'appalto unico è in carico alle due società Italpol e Sicuritalia per un totale di 230 dipendenti: «momento delicato»

Il nuovo gestore della vigilanza all'aeroporto sarà in servizio a settembre. Intanto «condizioni sempre più critiche»
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Si avvicinano mesi sempre più delicati per i 230 addetti alla vigilanza dello scalo di Orio al Serio, perché con il 5 febbraio è stato chiuso il bando per le offerte di gestione dei servizi di vigilanza con conseguente apertura delle offerte dal 7. Il passaggio vero e proprio avverrà tuttavia a settembre, ma i sindacati non intendono aspettare e nel mentre continuano a ribadire le difficili condizioni di questi lavoratori.

Le due società attuali

Ad oggi l'appalto unico è in carico alle due società Italpol, che impiega circa 150 addetti, e Sicuritalia, quasi 80, riunite in una Ati, un'associazione temporanea di impresa. «È un momento delicato quello del cambio di appalto, perché critiche sono diventate le condizioni di lavoro in cui gli addetti alla vigilanza dello scalo si trovano ad operare», ha dichiarato oggi Cristina Guerinoni, segretaria della Filcams-Cgil di Bergamo e della Camera del lavoro provinciale.

Turni sfiancanti e paghe basse

Aggiunge: «In un aeroporto da poco meno di sedici milioni di passeggeri in transito all'anno (così è stato nel 2023), con un fatturato totale di duecento milioni per la società che lo gestisce, cioè Sacbo, sembrano davvero incredibili le criticità che delegati e lavoratori ci segnalano: innanzitutto per turni e orari. Abbiamo nostri iscritti che ci riferiscono di turni di oltre 11 ore di media al giorno, cioè ben più di 60 ore settimanali, per croniche carenze di personale».

«Il mese scorso abbiamo, infatti, visto buste paga da 270 ore. Si tratta di turni richiesti a fronte di compensi bassi: per chi è neoassunto, 6,4 euro lordi orari. Un nostro delegato che in media lavora 10 ore e 15 minuti al giorno guadagna uno stipendio netto di 1.650 euro. C’è chi comincia la propria giornata lavorativa alle 11 del mattino e la finisce alle 21, senza pausa pranzo garantita, ma solo un’interruzione di 15 minuti. I turni sono eccessivamente lunghi e l’attenzione, tra l'altro, rischia di calare».

Un lavoro non riconosciuto

Guerinoni conclude evidenziando un altro problema, ovvero lo scarso riconoscimento della professionalità: «La formazione obbligatoria che prevede sette mesi di corsi e un esame interministeriale, per l'ottenimento della certificazione necessaria per lavorare negli aeroporti. Per un addetto alla vigilanza in uno scalo a cui si chiede per 11 ore al giorno di garantire la sicurezza dei passeggeri sui velivoli  andrebbero individuate apposite indennità aeroportuali. Il punto è che il solo Contratto nazionale applicato non è più adatto al lavoro e ai ritmi da sostenere in aeroporto, almeno non in quello bergamasco. Pertanto l'auspicio sul territorio è che questa lacuna del Ccnl venga colmata dalla contrattazione integrativa provinciale che necessita una profonda rivisitazione. Per provare a compierla, già a fine febbraio partirà un tavolo di confronto con le parti datoriali».

 

Commenti
mauro vaerini

come sempre nel settore della vigilanza vigono contratti da fame, nonostante le competenze richieste ai lavoratori. vi sembra normale, SACBO, che un lavoratore con una media giornaliera di oltre 10 ore, con Festività non godute, lavorate e altro, percepisca uno stipendio di poco più di 1200,00 euro. nel nostro paese siamo indietro anni luce e questi servizi sono sempre più gare al ribasso, in mano a Aziende enormi, come SICURITALIA che hanno il Monopolio a livello Nazionale. Ma non arrabbiamoci, andiamo avanti così a decantare i Profitti dell'aeroporto di Bergamo, che privilegiano pochi e danno le briciole a molti!

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