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Il no della Cassazione agli avvocati difensori di Bossetti: non potranno analizzare i reperti

Il 20 novembre sembrava ormai tutto pronto, invece oggi, 16 febbraio, è arrivata la conferma opposta: «impossibili analisi invasive»

Il no della Cassazione agli avvocati difensori di Bossetti: non potranno analizzare i reperti
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Prendere visione delle provette del Dna e degli altri reperti dell'indagine: si dovranno fermare a questo i difensori di Massimo Bossetti e i loro esperti. Impossibili invece altre analisi invasive. È questa la decisione confermata oggi, venerdì 16 febbraio, della Cassazione in merito al ricorso portato da Claudio Salvagni e Paolo Camporini, avvocati difensori di Bossetti.

Lo stop dopo il 20 dicembre

Nello specifico, il ricorso andava contro una decisione della Cassazione stessa, per un errore materiale contestato dagli avvocati. Se lo scorso 20 novembre a Bergamo sembrava tutto pronto perché i difensori di Bossetti potessero visionare i reperti, la situazione si è ribaltata dopo l'impugnazione della decisione della Cassazione del 19 maggio 2023. Quest'ultima era quella che sollecitava i giudici di Bergamo a mostrare il materiale ai difensori, senza più margine di dinieghi, comunicando le modalità. L'analisi non avvenne e sembra proprio non avverrà alla luce della nuova decisione.

In attesa delle motivazioni

Per capire il ragionamento dei giudici, bisognerà attendere le motivazioni, come spiega il Corriere Bergamo che riporta la notizia. Si aggiunge quindi un nuovo pezzo alla storia di ricorsi e controricorsi, dopo il discusso processo che il 12 ottobre 2018 condannò in via definitiva all'ergastolo Massimo Bossetti.

 

 

 

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