Vicenda assurda

A processo per truffa, non si trova l'imputato ed è vicina la prescrizione: assolto 37enne bresciano

L'uomo, irreperibile da anni, non è mai stato interrogato. Si è fatto caricare 3.200 euro su una Postapay come caparra di un'auto

A processo per truffa, non si trova l'imputato ed è vicina la prescrizione: assolto 37enne bresciano
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Non è andata esattamente come si aspettava la parte lesa il processo a un 37enne bresciano, irreperibile da anni, accusato di aver truffato nel 2016 una coppia romana dopo aver pubblicato online l'annuncio di vendita di una macchina.

L'imputato, infatti, non è mai stato rintracciato oppure interrogato dalle forze dell'ordine e, non essendoci prove a sufficienza e avvicinandosi la prescrizione, il giudice ha deciso ieri (giovedì 16 febbraio) di assolverlo con la formula dubitativa.

Il raggiro

La coppia, come riportato oggi da L'Eco di Bergamo, era arrivata a Bergamo proprio da Roma, dove abita, lo scorso mercoledì 14 febbraio per prendere parte all'udienza e testimoniare, pagando anche un avvocato. Aveva visto anni prima un annuncio sul sito Autoscout, con una Bmw X3 usata del 2005 a 3.800 euro. Un buon prezzo, a detta della donna, perché modelli vecchi di quel tipo si trovavano in giro sui cinquemila euro.

Dunque, contatta il venditore, il quale le dice che gli sono arrivate tante richieste ma, se gli avessero versato una caparra da 3.200 euro su una carta Postapay, rilasciata dall'ufficio nella frazione di Cividino a Castelli Calepio, l'avrebbe riservata per loro. Detto fatto, anche perché il bonifico andava fatto a ridosso della domenica e non c'era tempo per un assegno circolare.

Alla consegna fissata per il martedì successivo, il 16 novembre, a Cremona, però non si era presentato nessuno. Quando avevano chiamato il numero e sentito rispondere uno straniero, avevano capito che li avevano truffati.

Assolto perché non si trova

La foto del libretto, in precedenza, se l'erano fatta inviare, ma mai quella della carta d'identità del soggetto. Per cui, il pm Fabio Magnolo ha chiesto l'assoluzione perché non ci sarebbe la sicurezza che l'imputato fosse l'autore della truffa, così come ha sostenuto l'avvocato Annamaria Mazza.

Inoltre, mancherebbero le verifiche al conto corrente. Infine, dato che il fascicolo stava per andare in prescrizione, non c'era nemmeno il tempo di fare accertamenti.

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