L'Einaudi di Dalmine vince per Expo Ed è una cosa davvero tanto bella
Leva il medico di torno, conduce al peccato, non cade mai lontano dall’albero. Regina di antiche leggende popolari e di secolari proverbi, sembra che ci siano un sacco di cose che la mela può fare. E ora scopriamo che ce n’è una in più: condurre alla vincita di 5mila euro. Lo sanno bene gli studenti dell’Istituto Einaudi di Dalmine che, con il loro progetto Exponimela, hanno sbaragliato la concorrenza nel concorso Le scuole della Lombardia per Expo Milano 2015, aggiudicandosi il primo gradino del podio tra i ben 100 istituti in gara, di cui otto bergamaschi.
Un progetto lungo un anno, nato da un’intuizione. Il lavoro ha inizio nel febbraio del 2014, quando la professoressa di Lettere Francesca Zambrini propone alla sua classe di Seconda liceo la partecipazione al concorso: «Sapevo che ci tenevano a mettersi in gioco» racconta la docente. «L’idea del video è stata loro: si è trattato di una cosa molto semplice perché quando l’abbiamo saputo mancavano ormai solo dieci giorni alla consegna. In quei dieci giorni abbiamo dovuto fare i miracoli, facendo i conti con i limiti tecnici imposti dall’Expo».
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Il risultato è stato un successo, certo, ma arrivare alla mela non è stato così scontato. La proposta di occuparsi di uno dei frutti più celebri della storia è stata lanciata da uno degli studenti, Luca: «Quando la professoressa Zambrini ci ha parlato del progetto, nessuno di noi era riuscito a trovare qualcosa che potesse legare l’Expo alla storia dell’uomo», racconta. «Un pomeriggio, per caso, mi sono soffermato a guardare il simbolo della Apple, sul mio iPhone. Tutto è partito da lì: la mela è presente in tantissime circostanze, dalla creazione a Newton, per arrivare fino ai giorni nostri, con Steve Jobs, che ha creato un impero dal nulla. Ho proposto alla classe di approfondire la cosa, e tutti sono stati entusiasti».
Il video, quindi, viene creato e conquista la giuria dell’Expo, che pone l’Istituto di Dalmine nella rosa dei finalisti. A settembre ci si mette davvero all’opera e il lavoro si espande a macchia d’olio, arrivando ad abbracciare un totale di 14 classi, 21 docenti e 233 studenti, più altri collaboratori saltuari. «Coordinare un così vasto lavoro di squadra ha richiesto un grandissimo impegno, a tratti è stato molto faticoso e sfiancante, certo. Ma era l’entusiasmo dei ragazzi a darmi la carica e la loro felicità ha ripagato tutti gli sforzi», prosegue la Zambrini. «È stata una grande soddisfazione rendersi conto che erano loro stessi a chiederci “Posso fare qualcosa di utile anche io?”».
Exponimela, cioè? La fase iniziale ha visto i docenti suddividere gli studenti in gruppi, a seconda dell’ambito disciplinare in cui volevano lavorare. «Io ad esempio» afferma la docente «ho seguito i ragazzi che volevano approfondire la mela nel mondo romano. Abbiamo cercato nei testi dell’antica Roma la presenza della mela e li abbiamo tradotti. Siamo andati a verificare come fosse usata la mela in cucina ed è stato bellissimo scoprire le diversità: per loro questo frutto era impiegato principalmente come accompagnamento alla carne di maiale». Quello portato avanti dalla squadra di Dalmine è stato un lavoro di approfondimento poliedrico, dove elementi più leggeri e divertenti si sono spesso affiancati ad aspetti più complessi.
Così, mentre il docente di informatica ha coordinato un quiz online di curiosità sulla mela, nel campo dell’Economia è stato analizzato l’impatto ambientale della sua produzione. In Storia dell’Arte, invece, la docente incaricata si è occupata di rintracciare in quali quadri della bergamasca sia rintracciabile il frutto, mentre in Fisica sono stati elencati i possibili modi in cui il frutto può produrre energia. Si è poi arrivati a toccare l’ambito filosofico, il Diritto, le Scienze naturali e l’Epica, spesso con il supporto di divertenti video in cui i ragazzi si sono messi in gioco. Le ricerche, per concludere, sono state tradotte nelle quattro lingue studiate nel Liceo: inglese, francese, spagnolo e tedesco.
La vittoria, un traguardo inaspettato. «Non me lo sarei mai immaginato, assolutamente. Per quanto il lavoro fosse di qualità, col tempo era stato via via ridotto, per rispondere ai serratissimi vincoli imposti dall’Expo, tanto che ad alcune bellissime idee dei ragazzi abbiamo dovuto rinunciare. Così, alla fine, mi pareva non ci fosse nulla di qualitativamente interessante». Eppure, la scuola è avvezza alle vittorie: lo scorso anno si sono infatti aggiudicati il primo premio per il progetto contro il bullismo Doma il bullo e due anni fa, il titolo di vincitore era stato attribuito all’istituto in un progetto contro il femminicidio.
«Sono orgogliosa del lavoro che hanno fatto», racconta con entusiasmo la dirigente Stefania Maestrini. «Il nostro è un istituto molto articolato, racchiude vari indirizzi e questo progetto li ha uniti tutti. Anche i ragazzi diversamente abili hanno partecipato presentando un video per dimostrare che come le mele sono diverse anche il mondo è vario».