L'esposto

Assoutenti denuncia Atalanta e Inter per pubblicità al gioco d'azzardo: ecco il motivo

La sponsorizzazione con Leovegas.news, per l'ente, sarebbe in contrasto con le norme che vietano pubblicità a società del settore

Assoutenti denuncia Atalanta e Inter per pubblicità al gioco d'azzardo: ecco il motivo
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Assoutenti ha annunciato oggi (venerdì 8 marzo) di aver presentato due formali esposti all’Agcom e all’Antitrust, chiedendo di aprire una istruttoria sulla sponsorizzazione che lega l’Atalanta e l'Inter alla società Leovegas.news. A tenere banco la pubblicità indiretta che, tramite tale accordo di sponsorizzazione, secondo l'ente verrebbe realizzata in favore del gioco d’azzardo, totalmente vietata dalle norme italiane e, in particolare, dal Decreto dignità.

I contratti delle squadre con la società

«La società Fc Internazionale Milano Spa ha stipulato un contratto pluriennale di sponsorizzazione con la Leovegas.News - magazine on line il cui sito è gestito dalla Winga Srl - per cinque milioni di euro a stagione fino al 2025. Il logo è visibile non soltanto nella struttura del Suning Training Centre di Appiano Gentile, ma anche nel tunnel dello stadio San Siro ed appare sulla parte frontale del training kit dell’Fc Inter maschile e femminile, così come su tutte le divise pre-gara delle prime squadre nerazzurre», scrive Assoutenti nell’esposto.

«Analogamente - prosegue il documento - il medesimo logo figura anche tra gli special sponsor dell’Atalanta e sulle maglie ufficiali di gara per il campionato di seria A 2022/2023. Si tratta di sponsorizzazioni che pubblicizzerebbero indirettamente il gioco con vincite in denaro offerto dalla LeoVegas Gaming Plc, concessionaria per i giochi a distanza».

«Nome e simbolo in pratica uguali»

Per Assoutenti, la Leovegas.news, Leovegas.it e LeovegasPlay hanno più di un elemento identificativo in comune: «C’è una indiscutibile univocità di identificazione nominale; sul marchio, con la sola sostituzione di un pallone ad un leone; sulla proprietà, ovvero la Winga Srl titolare della società del gruppo LeoVegas - si spiega -. Dalle immagini delle divise di allenamento si rileva come il carattere “news” apposto sulle maglie è di dimensione molto ridotta rispetto agli altri caratteri, quasi invisibile, ponendo in risalto esclusivamente la denominazione “LeoVegas” , del concessionario di giochi a distanza».

L'ipotesi violazione del decreto

L’articolo 9 del decreto Dignità prescrive che per il contrasto del disturbo da gioco d’azzardo è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro fatta su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive. Il divieto si applica anche ai soggetti con sede legale all’estero, se hanno ricevuto la concessione per l’offerta del gioco a pagamento in Italia dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

«Coi nostri esposti – ha dichiarato il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso - abbiamo quindi chiesto alle autorità competenti di aprire una apposita istruttoria su tali sponsorizzazioni, verificando se si tratti di una possibile ed indiretta pubblicità al gioco vietata dalle norme o una pratica scorretta e, in tal caso, di sanzionare le società responsabili delle violazioni, inibendo la prosecuzione dell’illecito. Lo sport ed in particolare il calcio rappresenta un modello di vita per tanti giovani e per questo va sempre salvaguardato».

Commenti
Marcello

Cosa non si fa per avere un po' di visibilità! Poi ci si lamenta dell'ingolfamento delle attività della Giustizia....

Francesco Giuseppe

Certe associazioni non hanno proprio niente da fare che rompere le scatole all'Atalanta, stavolta insieme all'Inter. Come mai non hanno mai denunciato le televisioni , che durante le partite, le trasmissioni sportive, le gare di F1 e moto, pubblicizzano ogni minuto le scommesse e il gioco d'azzardo? Ormai noi Bergamaschi abbiamo capito di stare sulle scatole al resto d' italia e che l'Atalanta in quanto Bergamasca. viene colpita sempre da arbitri e commissioni varie, ma arrivare a denunce del genere, quando si è lasciato fare per anni a tutti, TV in primis, è veramente ridicolo.

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