Stipendi bassi: i prof delle paritarie vengono pagati fino a 650 euro in meno dei colleghi nelle pubbliche
La denuncia di Flc-Cgil che chiede un impegno per rendere la situazione più omogenea con un rialzo delle somme in busta paga
Stipendi più bassi (con diferenze che vanno dai 300 ai 650 euro in meno) e incertezza del posto di lavoro spingono sempre più insegnanti delle scuole paritarie a spostarsi verso il pubblico non appena possibile. Il fenomeno non è nuovo, ma la Flc-Cgil Bergamo torna a sottolinearne l'importanza, chiedendo maggiore omogeneità nei contratti, partendo da un rialzo nelle paritarie.
Stipendi bassi
I contratti nazionali di riferimento sono tre, e, a seconda di quello applicato, le buste paga variano da scuola a scuola. Fabio Cubito, segretario generale della Flc-Cgil di Bergamo e Antonio Bettoni, referente della Flc-Cgil per le paritarie sottolineano: «Si va da 1.489 euro lordi previsti dal contratto Aninsei-Confindustria ai 1.829 euro lordi del contratto Agidae applicato nelle scuole cattoliche. Un divario rispetto alle scuole pubbliche davvero marcato: i docenti della scuola statale percepiscono 2.136 euro lordi mensili. Si tenga anche conto che nelle scuole paritarie il contratto a tempo determinato dei docenti si conclude al termine delle attività didattiche il 30 giugno, in molti casi il 10 giugno».
Alta la precarietà
Questo per quanto riguarda gli stipendi, ma non va meglio in tema di sicurezza del lavoro: sul territorio provinciale gli istituti superiori paritari sono 49, ci lavorano cinquecento persone circa, nel 35-40 per cento dei casi in maniera precaria. Antonio Bettoni commenta quindi: «La normativa vigente prevede che tutte le scuole paritarie debbano comunicare alle organizzazioni sindacali il numero dei contratti a tempo determinato, che non può superare il trenta per cento. Alcune scuole però convocano noi organizzazioni sindacali per chiedere di concordare una deroga a questa regola, in quanto non trovano persone abilitate, problema diffuso nel mondo della scuola in generale. Negli anni si sono modificati i meccanismi per il conseguimento del titolo per insegnare, ed è indubbio che occorra attivare percorsi abilitanti, sia per le statali che per le paritarie. Comunque, esistono anche casi estremi – pur previsti dalla legge – in cui vengono stipulati contratti di Co.co.co, dunque nemmeno a tempo determinato».
L'impegno del sindacato
«Come Cgil da tempo stiamo cercando di rendere omogenei i contratti delle scuole paritarie, e di farlo al rialzo, prendendo come riferimento per diritti e stipendio il contratto più favorevole dei tre», conclude il segretario generale Cubito. «Ci scontriamo, tuttavia, con la resistenza della controparte degli istituti consorziati ad Aninsei-Confindustria. Eppure un miglioramento delle condizioni contrattuali di questi docenti sarebbe un vantaggio anche per le scuole paritarie stesse, per avere più qualità e trattenere lavoratori che invece, appena possono, se vanno altrove a cercare una situazione lavorativa migliore».