Omicidio di Martinengo: Menghetti scrive ai cognati per chiedere di prendersi cura della figlia
La donna ha ucciso il marito Diego Rota lo scorso 25 gennaio. Attualmente la bambina di cinque anni sta con i nonni materni
«Cari Vanessa, Angelo, Evi e tutti i famigliari»: inizia così la lettera firmata da Caryl Menghetti, la 45enne che il 25 gennaio ha ucciso il marito Diego Rota nella loro casa a Martinengo. La figlia dei due, che nel momento dell'omicidio stava dormendo, si trova ora con i nonni paterni e la madre ha deciso di rivolgersi ai familiari del marito per chiedere loro di prendersi cura della bambina, che ha 5 anni.
«Capisco l'odio»
Menghetti, si trova a Torino in una Rems, le strutture riservate a persone con problemi psichiatrici, ed è da lì che ha inviato la lettera, scritta a penna. Nel testo, riportato dal Corriere Bergamo, Menghetti ricorda che adesso la piccola è affidata ai nonni materni: «Ma se almeno a lei volete ancora bene, sappiate che mai impedirò di farvela vedere». E ancora: «Mi sono sempre fidata di voi e vi voglio tuttora bene anche se capisco l'odio nei miei confronti. La nipote è anche vostra e sapete perfino preferisco che lei stia con voi (la chiama per nome, che qui si omette a tutela della bimba, ndr). Dovessi mancare anch'io, vorrei restasse sotto la vostra tutela. Se la vorrete, chiederò come fare».
L'iter è già iniziato
In realtà, l'iter per l'affidamento della piccola alla zia Vanessa (sorella di Diego Rota) è già partito e a giugno è in programma l'udienza davanti al giudice che deciderà questo aspetto. Nel frattempo, la bambina ha iniziato a stare con la sorella del padre tutti i mercoledì e a weekend alternati. Il nonno e la nonna materni hanno rivelato di averle spiegato, affiancati da una psicologa, cosa sia successo quella notte del 25 gennaio.