Un matrimonio in bianco e nero E ai piedi, Dr Martens per tutti e due!

Racconto: Heidi Busetti Wedding Reporter
Fotografie: Devid Rotasperti Photographer

Un matrimonio in bianco e nero! Claudio Bonaita e Valentine Crippa si sono conosciuti dieci anni fa. Li lega l’amore per il rock ed un’unica grande certezza: «Io so che accanto a lei potrò diventare un uomo migliore». E viceversa. Non amano gli schemi, non vogliono essere ciò che non sono per compiacere gli altri. Un progetto, il loro, che mira a una fusione onesta e sincera pur mantenendo l’identità intatta. Si sono sposati nel giorno che l’almanacco segna come il primo dì di primavera. Il sole, la voglia di dirsi un sì per sempre che non tema la quotidianità e lo sbocciare di una nuova famiglia. Allora si deve festeggiare, per tutto il giorno, ma a condizioni ben chiare. La festa dovrà essere su misura, ritagliata sull’unicità di una coppia salda e consapevole.

Partiamo dall’inizio. È il 21 marzo e le nozze si celebreranno a Verdello, nel Santuario dell’Annunciata. A casa dello sposo fervono i preparativi, mentre Valentine è a Ponte San Pietro, impegnata nel trucco. La camera dello sposo è un diario aperto della sua giovinezza: un poster dedicato all’avventura nei boschi, il foulard degli scout del gruppo di Zingonia 1, una ciocca di capelli rasta posata in un bicchiere. Claudio, 35 anni e capelli dal taglio deciso, è teso e il suo stato d’animo sfocia in continue risate che riempiono la casa: ride quando arrivano gli amici, scoppia in una fragorosa risata quando il testimone non riesce ad allacciargli un accessorio dell’abito di nozze, ride (e si commuove) mentre, a pochi minuti della partenza, genitori e compagni d’adolescenza stappano uno spumante in suo onore. Naturalmente, come molti sposi, risponde a caso perché la testa è altrove. Non stupisce dunque che all’affermazione: «Almeno per oggi non guardare il cellulare!», Claudio abbia risposto: «Eh, ma è aziendale!». In un altro momento della sua vita, questa sarebbe stata una risposta da divorzio. Ma oggi no. Oggi, si può.

Quando le lancette dell’orologio della sala segnano le 10.50, è il momento di partire. Alle undici in punto inizierà la cerimonia, celebrata, tra putti dipinti con maestria e affreschi dedicati a Maria, da un prete decisamente singolare: tanto per dirne una, quando ricevette il sacramento del sacerdozio si fece tatuare Gesù sul braccio, accompagnato da una frase significativa. Un segno indelebile sulla pelle, da indossare mentre viaggia in motocicletta. Un uomo grintoso quindi, capace di trasmettere la parola di Dio con onesta passione. Non desideravano altro, Claudio e Valentine, per la loro cerimonia.

E poi, il chitarrista con il basso, per la marcia nuziale di Mendelssohn. E i conetti di riso bianchi a pois neri, per il lancio del riso. Un tocco di nero in ogni cosa. Anche nell’abito della sposa, che arriva in auto d’epoca, avvolta in un modello con bustino a cuore, decorato da ramage di rose nere, ed una gonna ampia di tulle, per un effetto di grande contrasto. Ha un bouquet di anemoni bianchi con vistosi pistilli neri, abbracciati da delicati ranuncoli, candida ortensia e minuti fiori di bovaria. La gentilezza sposa la forza. L’armonia cerca il contrasto. Le forze opposte che si attraggono alla ricerca di un equilibrio cosmico. Ma il vero tocco, il plus della sposa, sono le scarpe di Valentine: un paio di Dr Martens bianche, dono dello sposo che ne indossa di identiche, ma rigorosamente nere. Come dire: io sono questa. Eccomi. Sono il bianco con un tocco di nero, il giorno con un tocco di notte. E allora il giorno del matrimonio non diventa un momento in cui accontentare gli altri, ma un’occasione per manifestare se stessi, in tutta onestà.

Quando Claudio vede Valentine, i suoi occhi diventano lo specchio di una commozione profonda. Eccola, la sposa. Ecco la donna con cui e per cui giocarsi, lungo i giorni della vita. Ecco la compagna di viaggio, l’alleata con cui affrontare le sfide della quotidianità. Claudio è sereno. Sa che tenderanno al miglioramento di se stessi, e tanto basta per dire un sì. Poi è solo un istante. Il prete si avvicina agli sposi fermi sul sagrato e con entusiasmo esclama: «Bene ragazzi, vi aspetto sul palco!» e si avvia con passo deciso verso l’altare.

Il giorno di Claudio e Valentine è stato a dir poco perfetto: le delicate composizioni floreali, disposte in eleganti vasi quadrati sulle balaustre del Santuario, la festa degli amici al Convento dei Neveri, a Bariano, il giubbino di pelle indossato dalla sposa al ricevimento, il tableau mariage con i gruppi musicali che hanno fatto la storia del rock, la torta a piani con la decorazione di un ramage di rose nere, simili a quelle dell’abito della sposa. Infine una coinvolgente musica di sonate popolari irlandesi che ha coinvolto sposi e invitati in un momento di grande gioia senza mezze misure e compromessi. Balli che hanno visto la complicità di Claudio e Valentine diventare, ancora una volta, palpabile agli occhi dei presenti. Una manifestazione d’amore sincero, puro, reale. Da vivere nei toni del bianco e del nero!