Mamma di Stezzano a un passo dalla morte: «Ho visto quella luce, ma ho detto: non ora»
Cristina Begnigna è sopravvissuta per miracolo a tre aneurismi cerebrali improvvisi. «C’erano volti che mi aspettavano, ma ho avuto la forza di tornare»
di Laura Ceresoli
Cristina Begnigna ha vinto la sua battaglia per la vita. Lo scorso 8 marzo questa mamma di Stezzano di 44 anni è infatti sopravvissuta per miracolo a tre aneurismi cerebrali improvvisi nell’emisfero destro e ne ha ancora due piccoli in quello sinistro che, per ora, non destano preoccupazioni.
Mentre ci parla della sua disavventura è ancora stesa nel letto dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, reduce da un delicato intervento alla testa durato parecchie ore. Di quel momento d'angoscia ricorda la paura di non riuscire a riabbracciare i suoi cari.
«Prima di entrare in sala operatoria ho preso e baciato Manuel, l'uomo che amo, perché ho pensato che forse poteva essere l'ultima volta per dirgli ti amo e scusarmi», racconta Cristina.
In quelle ore concitate, ha vissuto un'esperienza premorte in cui ha visto il fatidico tunnel di cui molti parlano. Ma all'invito dei suoi compianti familiari a seguirli nell’aldilà, lei ha detto «no, non ora» e il suo cuore ha ripreso a battere con vigore: «Una volta assunta l'anestesia, ho visto quella luce - spiega la donna - ho sentito quel freddo, ho visto quei volti che mi aspettavano sorridenti ma ho avuto la forza di tornare sulla mia strada per stare vicino alla mia famiglia».
«La sofferenza ha reso il mio volto simile a pallido avorio e il dolore ha impresso il suo sigillo sulla mia fronte per sempre, con una grande cicatrice che non è solo un pezzo di carne cucito con 48 graffette di metallo, è un simbolo potente. È la promessa che, anche nelle giornate più buie, ci sarà sempre una luce che brilla per me. Ho avuto paura, certo, ma era più forte quella di non vedere più i miei figli e il mio compagno. Il neurochirurgo mi ha detto: “Non ci spieghiamo come sia possibile, Cristina. Non ha avuto il minimo cedimento. Sembra che non abbia nemmeno avuto questo intervento”.
«Io gli ho risposto che sono una miracolata - continua -. Sono convinta che mia mamma e mio suocero mi hanno salvata. Oggi ho capito che in tutti questi anni ho tenuto dentro di me una Cristina che nemmeno io conoscevo: forte, temeraria, impulsiva, dolce e sorridente. Nella mia vita non ho avuto tante opportunità ma ho saputo riconoscere che questa era unica, quindi ho iniziato a lottare con tutte le paure che ogni giorno bussano al mio cuore».
Quella di Cristina è stata un'esistenza particolare. Un'infanzia felice, in mezzo al verde e agli animali della campagna stezzanese. Poi un giorno qualcosa è cambiato. Merito di (...)
Si certo!!