Le puzze a Lallio ci sono eccome, ma l'azienda Cama è disposta a collaborare
Se l’indice di tolleranza arriva al due per cento, in paese si tocca il sette per cento. Tra le zone indicate anche quella della Cartiera
di Marta Belotti
A Lallio le puzze ci sono, eccome. A provarlo non è più solo l’insofferenza dei cittadini, soprattutto dei residenti al confine con Bergamo, ma anche il risultato finale del progetto Molf di Arpa.
Tra luglio e settembre infatti, venticinque cittadini, selezionati tra quelli che in passato avevano mandato diverse segnalazioni circa la presenza (e l’insistenza) di molestie olfattive, hanno prestato il loro naso per segnalare su un software di Arpa la comparsa delle puzze, la durata del fenomeno e la sua intensità.
E il risultato è chiaro: se l’indice di tolleranza arriva fino al due per cento (percentuale che indica la persistenza dell’odore in un lasso determinato di tempo sul totale del periodo indagato), a Lallio si è arrivati al sette per cento. Ben sopra la soglia.
«Il dato parla chiaro: a Lallio sussiste un problema di molestie olfattive», conferma Valter Vitali, consigliere con delega all’ambiente che segue la questione fin da quando l’amministrazione Peruzzini ha deciso di fare finalmente chiarezza e dare una risposta ai cittadini su una problematica persistente non da mesi, ma da anni.
«Meno evidente invece la causa – continua Vitali -. Questo tipo di indagini consente spesso di arrivare subito anche a individuare l’area di provenienza della molestia, che poi si traduce in una fonte precisa. Sfortunatamente, nel nostro caso le zone sono più di una e corrispondono a più di una causa. Dopotutto, l’area dove sono state notate queste puzze è quella al confine con Bergamo ed è densamente industrializzata».
Comunque, anche su questo fronte non è stato fatto un buco nell’acqua, al contrario. «Tra le zone indicate c’era anche quella della Cartiera Cama, azienda che noi sapevamo già poter essere causa di molestie olfattive (...)