Il sindaco uscente di Gorle, Giovanni Testa, si ricandida. Sfida col giovane Filisetti
Il primo cittadino in carica: «Orgogliosi dei 5 milioni intercettati con i bandi». L’avversario: «Più coinvolgimento dei cittadini»
di Monica Sorti
Sarà di nuovo Giovanni Testa il candidato sindaco della lista “Uniti per Gorle” alle prossimi elezioni amministrative. Continuità nell’esperienza, completamento del lavoro e formazione di una classe dirigente per il futuro sono tra le principali motivazioni di questo terzo mandato.
«Lo spendersi per la comunità in cui si è nati e cresciuti, la possibilità di appartenenza ma anche il senso di responsabilità che in qualche modo ha contribuito alla tua crescita, sono tra le cose più appaganti dell’essere sindaco e io non faccio altro che restituire quanto ho ricevuto», dichiara Testa.
«Questo è l’aspetto più umano e più nascosto. Oggi la vita amministrativa è molto complessa, abbiamo grandi sfide. Il secondo mandato non ci ha consentito di fare tutto quello che volevamo. Tante cose le abbiamo portate a termine e siamo orgogliosi dei 5 milioni di euro e passa intercettati con i bandi, grazie all’esperienza acquisita in questi anni».
Il sindaco sottolinea di aver fatto molta gavetta. «Sono cresciuto dai banchi dell’opposizione e questo mi ha consentito di imparare, senza avere la responsabilità di governare».
Questa esperienza amministrativa si cumula con quella umana. «Il fatto di essere nella vita, nel lavoro e nella famiglia responsabile di qualcun altro, il prendersi cura di, è ciò che avviene anche nell’ambito amministrativo. Abbiamo accompagnato una comunità prendendola per mano nei due anni di Covid. Il riuscire a rinascere, anche a livello comunitario, è la parte più sociale dell’essere amministratore (...)
Io parlo di fatti, cercando di dimostrarli, lei non li vede evidentemente ed è in grado solo di deridere chi mostra i fatti.
Nessun politico in salvo dalle critiche della mascotte del primabergamo, giustiziere mascherato ed anonimo degli amministratori e degli infami ciclisti!
Tra le opere pubbliche, la passerella sul Serio da milioni di euro, che nessun ciclista usa mai, e l'abnorme numero di tombini in mazzo alle strade di Gorle, che caratterizzano il paese come una pista da cross. Così come le multe a chi appoggia la ruota anteriore alla riga bianca dei semafori. Grandi opere pubbliche che creano code chilometriche a chi va o torna dal lavoro. Sui cartelli con la scritta Gorle potrebbe aggiungere "il paese dei tombini"!