Lights on

Quel regalo in Piazza della Libertà che piace a pochi bergamaschi: «Che roba è quel tubo?»

Confindustria vuole regalare al Comune l’installazione inaugurata a gennaio 2023, che così diventerebbe permanente. L’idea non convince i più

Quel regalo in Piazza della Libertà che piace a pochi bergamaschi: «Che roba è quel tubo?»
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di Clara Scarpellini

Il 22 gennaio 2023, quasi in apertura del calendario delle manifestazioni dell’anno da Capitale della Cultura, venne presentata “Lights on”, un’installazione luminosa posizionata in Piazza della Libertà e realizzata dai designer di Objects of Common Interest, vincitori di un contest internazionale lanciato da Confindustria, Comune di Bergamo e Gamec.

Ora, quello che doveva essere (almeno stando alle dichiarazioni di allora) un intervento artistico temporaneo che interpretasse il tema della “Città illuminata”, potrebbe però trasformarsi in un’opera permanente.

L’ipotesi che l’installazione rimanga fissa - Confindustria la vorrebbe regalare al Comune e quest’ultimo ha dato l’ok - ha fatto storcere il naso a non pochi, come ad esempio al noto designer Enrico Baleri, che della serpentina luminosa ha detto: «Via quell’istallazione irriverente da Piazza della Libertà. Rispettiamo l’autenticità dei capolavori».

Nuovo spazio di condivisione?

Se lo scopo del progetto era quello di “riaccendere” uno spazio pubblico che appariva sottoutilizzato e aprire nuove possibilità di fruizione, come aveva spiegato un anno fa la designer Eleni Petaloti, allora si può tranquillamente dire che non è stato raggiunto.

Piazza della Libertà è un simbolo del tessuto sociale di Bergamo: di giorno, infatti, è un frenetico spazio di passaggio per chi lavora negli uffici o per chi si avvia alle fermate dei mezzi pubblici; di sera assume una veste diversa e più sbarazzina grazie alla presenza dei locali dove tanti giovani e giovanissimi passano le serate all’insegna del relax e del divertimento. Tuttavia, che sia giorno o sera, piazza della Libertà rimane principalmente un luogo di passaggio e non un salotto cittadino accogliente.

Nei piani degli architetti ideatori (...)

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Commenti
Giovanni Battista marcarini

Potevano esporre l'opera di quell' autore che inscatolo' il prodotto del suo basso cervello. Mi pare si chiamasse Manzoni. una volta aperta la scatola il profumo si sarebbe diffuso artisticamente sulla piazza

Andrea Abate

Molti bergamaschi sono di una noia mortale.. Pallosi conservatori da 4 soldi. Peccato, perché io sono affezionato alla città, ma questo onnipresente pensiero vecchio ed inaridito le darà il colpo di grazia.

Massimo

Non ci si capisce più un tubo

Bruna Boselli

Senza senso e orribili da vedere. Se proprio lo sponsor vuole spendere per la città, faccia qualcosa di utile, e faccia mettete u a targa a suo nome gliene saremo tutti grati. Per esempio un contributo al restauro del castello di San Vigilio, e edifici annessi, testimonianza di secoli, ignorata e ignota anche al nostro sindaco.

Marcello

Facciano come credono, basta che non costi soldi pubblici (anche un eventuale smantellamento non sia a spese del comune). "Salone accogliente"? Boh!

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