"Con i tasti che ci abbiamo”: c’è Capossela al Donizetti
Ancora pochi i biglietti disponibili per il concerto di sabato 4 maggio. Numerosi i sold out collezionati nelle 35 date della tournée
«Con i tasti che ci abbiamo, ci siamo fatti infilzare senza che nessuna beatitudine ne sia venuta. Ma sono venute tredici canzoni, fastidiose e urgenti». Così, poetico e surreale, Vinicio Capossela ha parlato del suo ultimo lavoro discografico “Tredici Canzoni Urgenti”, vincitore della prestigiosa Targa Tenco 2023 nella categoria Miglior Album in assoluto.
Il tour che ne è seguito, “Con i tasti che ci abbiamo – Tredici canzoni urgenti in teatro”, sabato 4 maggio alle 21 arriva al Teatro Donizetti di Bergamo.
Ad accompagnare Capossela sul palco Andrea Lamacchia al contrabbasso, Piero Perelli alla batteria, Alessandro “Asso” Stefana alla chitarra, Raffaele Tiseo al violino, Daniela Savoldi al violoncello, Michele Vignali al sassofono. Bergamo è uno degli ultimi preziosi appuntamenti di un viaggio in musica che nell’autunno del 2023 ha attraversato tutta la Penisola, toccando ben 29 città (35 repliche) e collezionando numerosi sold out, riscuotendo gli entusiasmi di pubblico e critica.
Concerti durante i quali l’artista prende per mano gli spettatori guidandoli attraverso le tracce del disco, che sviscera tematiche sociali e legate all’attualità come forse mai prima nella carriera del cantautore, in una esecuzione che esalta le parole, per ascoltare nella pulizia dell’espressione musicale la loro importanza. Oltre alle canzoni del nuovo disco, ci sarà naturalmente anche spazio per alcuni dei più preziosi brani dell’ampio repertorio caposseliano.
Gli ultimi biglietti disponibili per il concerto sono in vendita alla biglietteria del Donizetti in piazza Cavour 15 (aperta dal martedì al sabato, dalle 13.30 alle 19.30) e online su Ticketone e Vivaticket al prezzo di 85 euro per la platea, 68 euro per i palchi e 46 euro per la galleria. Per info 035.4160601/02/03.
«Con i tasti che ci abbiamo suoneremo e parleremo e canteremo nel riparo dei teatri in autunno – aggiunge Capossela -. Il cuore urgente (per citare il telegrafista di Jannacci) non ha bisogno di maschere, scenografie e infingimenti, è un cuore messo a nudo, una radiografia a torace aperto. Soltanto riconoscendo la nostra finitezza possiamo costruire sui nostri limiti delle possibilità. Ed è quello che cerchiamo di fare nei teatri, declinando il concetto dell’urgenza nell’essenzialità della musica».