Rimandata a casa con diagnosi errata, muore di tumore 100 giorni dopo: denuncia dei figli
Stella Alaimo Franco, 61enne di Treviglio, è deceduta dopo due ingressi alla struttura della città. Ora tre medici sono indagati per omicidio colposo
La prima diagnosi, quella successiva all'ingresso in pronto soccorso il 17 dicembre 2023, era stata di lombalgia, senza nessun giorno di prognosi. A casa, però, i dolori alla gamba che avevano spinto Stella Alaimo Franco, 61enne di Treviglio, a rivolgersi al pronto soccorso, non passavano. Anzi, peggioravano. La donna aveva in realtà un tumore che, diagnosticato un mese dopo, le è risultato fatale. Ed è per questo che i figli hanno deciso di denunciare.
Omicidio colposo a carico di tre medici
La vicenda viene riportata nei dettagli dal Corriere Bergamo, che spiega come i due figli della donna abbiano deciso di procedere legalmente. Assistiti dall'avvocato Massimo Trabattoni di Milano, i due hanno sporto denuncia ipotizzando il reato di omicidio colposo a carico di tre medici dell'ospedale di Treviglio, oltre che nei confronti dell'Asst Bergamo Ovest. Questo perché l'equipe di oncologi dell'Istituto dei Tumori di Milano, al quale la famiglia decise di rivolgersi a fine gennaio, disse ai due figli della donna che la loro madre si sarebbe potuta salvare se solo quel tumore fosse stato diagnosticato prima.
Il secondo ingresso
Nel mentre, l'ospedale di Treviglio aveva rimandato a casa la donna una seconda volta, il 4 gennaio. Quel giorno il figlio portò la madre di nuovo al Pronto soccorso, sempre con la stessa sintomatologia: dolore lancinante alla gamba. La diagnosi fatta fece ancora riferimento alla precedente, senza ulteriori accertamenti diagnostici e ancora con zero giorni di prognosi.
La diagnosi
A quel punto, però, i figli decisero di chiedere un consulto a un medico amico di famiglia che, intuita la possibile gravità situazione, le fece fare una risonanza magnetica. Risultato? «Presenza di tessuto patologico espansivo ossifluente. In pratica - ha spiegato il figlio al Corriere Bergamo - erano metastasi di un tumore che poi, una successiva Tac, effettuata il 23 gennaio, ha evidenziato. Un tumore di 5 centimetri per 4 al torace con ulteriori noduli diffusi».
«Perché non possa succedere ancora»
Da qui quindi il passaggio all'Istituto dei tumori e la delineazione del quadro: «Adeno carcinoma polmonare al quarto stadio plurimetastatico con carcinosi peritoneale». Poi, l'inizio di un ciclo di cure che, seppur sperimentali, sembravano dare qualche speranza. La donna si è invece spenta il 30 marzo, a cento giorni dal primo ingresso in Pronto soccorso.
«Quello che ci ha spinti a denunciare - spiegano i figli - è la speranza che una cosa del genere non accada mai più. E che a nessun figlio possa capitare di perdere un genitore in questo modo, come è successo a noi».
Il commento dell'Asst Bergamo Ovest
Circa la notizia, la Asst Bergamo Ovest ha così commentato:
«La Direzione strategica dell’Asst Bergamo Ovest desidera esprimere la propria vicinanza ai familiari della signora Stella, deceduta a Milano lo scorso 30 marzo. La morte di un familiare è sempre un evento doloroso e lo è ancora di più quando sopraggiunge così rapidamente per una donna nel pieno della vita.
L’azienda e il direttore del Pronto Soccorso si sono subito attivati fornendo massima disponibilità alle autorità competenti e si impegnano a mettere in atto tutte le azioni utili a valutare quanto accaduto».
Certo! Avete fatto bene! Povera mamma! È assurda la situazione che avete vissuto! Vi sono realmente vicino, pur non conoscendovi affatto. Pietro