Resistono le imprese bergamasche del terziario, fiducia sotto le attese ma in crescita
Nella nostra provincia più ottimisti rispetto al resto d'Italia, si prevede un miglioramento da qui all'autunno. Restano alti i prezzi dei fornitori
Le imprese del terziario bergamasco stringono i denti, con la sensazione che il peggio sia ormai alle spalle dopo quattro anni estremamente complicati.
Si prosegue in un quadro altalenante, tra rallentamenti e frenate, inflazione e stretta creditizia. È quanto, in estrema sintesi, evidenzia il nuovo Osservatorio sul terziario delle imprese di Bergamo, indagine effettuata su un campione d'imprese da Confcommercio Bergamo.
Fiducia superiore alla media nazionale
Nonostante una flessione nell’ultimo semestre, la fiducia a Bergamo resta saldamente al di sopra della media nazionale. Positiva in particolare la fiducia nell’andamento della propria impresa, ma resta alto il turnover delle imprese e preoccupa la fragilità delle nuove aziende, chiamate per di più ad affrontare un mercato sempre più difficile. L’ultimo semestre ha registrato infatti un minore numero di aperture nel commercio, turismo e servizi.
In risalita la previsione da qui a settembre dell’occupazione, dato in cui Bergamo presenta attualmente un dato peggiore di quello nazionale, ma prevede un recupero da qui ai prossimi sei mesi. Si allarga ulteriormente la forbice tra il clima di fiducia nell’ambito dei servizi, positivo anche per effetto della spinta finanziaria dei fondi legati al Pnrr e del turismo, che fatica ad uscire da una crisi strutturale. In difficoltà anche il commercio tradizionale, per cui prosegue la difficile sfida al calo dei consumi, con le famiglie alle prese con inflazione e spending-review.
Saldo negativo, ma in miglioramento
Il terziario della provincia di Bergamo è costituito da 43.837 imprese e di queste 17.546 sono del commercio, 5.509 del turismo e 20.782 dei servizi. Le nuove iscrizioni nell’ultimo semestre sono diminuite da 813 a 703 (-110) e il saldo semestrale tra imprese nuove e cessate, seppur negativo, è migliorato perché è passato da – 655 (dato a settembre 2023) a - 480 (dato a marzo 2024).
Le nuove iscrizioni diminuiscono nel commercio, da 283 a 243, nel turismo da 110 a 82 e nei servizi da 420 a 378. Nel corso dell’ultimo semestre, il saldo risulta in miglioramento in tutti i settori. Nel dettaglio, nel commercio da – 320 a – 263, nel turismo da -140 a – 95 e nei servizi da -195 a -122. L’indice dei ricavi è sceso a quota 50 (- 3 punti rispetto a settembre 2023). Le previsioni a sei mesi è positiva, con un rialzo a 54. L’indicatore relativo ai ricavi è inoltre nettamente superiore alla media del terziario nazionale (a quota 50, dopo una discesa di ben 6 punti nell’ultimo semestre, da 51 a 45).
Previsioni positive da qui all'autunno
L’indice è sopra la media per i servizi e per le imprese sopra i 49 addetti, dove raggiunge quota 59, ed è in linea per il commercio e le imprese tra i 6 e i 49 addetti e al di sotto per il turismo e per imprese fino a 5 addetti. L’indice dell’andamento occupazionale delle imprese del terziario orobico è peggiorato rispetto a settembre 2023 ed è passato da 53 a 51. La previsione è di una risalita e un recupero a 53, ma il dato è tuttavia peggiore di quello nazionale, che è 54.
Di contro, la previsione a livello nazionale da qui a sei mesi evidenzia un peggioramento, con uno sfiduciato 50 (sotto di 3 punti rispetto al dato provinciale, dove è appunto a 53). L’indice è sopra la media per il settore dei servizi e per le imprese dai 6 addetti, ma sotto la media per il commercio e nettamente sotto la media per il settore del turismo e per le imprese micro e fino a 5 addetti.
Aumentano i prezzi dei fornitori
Il 59,8 per cento delle imprese registra un aumento dei prezzi dei fornitori, il 38,1 per cento stabilità e il 2,1 per cento una diminuzione. Rispetto all’autunno scorso inizia a rientrare leggermente il problema dell’inflazione, con una prima, lievissima, flessione (da 60,4 per cento a 59,8 per cento) delle imprese che dichiarano di registrare aumenti. Le previsioni per la prossima primavera sono meno plumbee: il 48,2 per cento prevede un aumento, il 51,8 per cento una stabilità.
Continua il miglioramento dei tempi di pagamento, con solo il 14 per cento degli imprenditori che dichiara un suo peggioramento. L’indice specifico registra un primo deciso miglioramento dallo scorso autunno, 44 contro 35, con la previsione di recupero di ulteriori due punti, a quota 46, entro il prossimo ottobre.