Tre giorni con De Casoncello sul sagrato di Sant’Agata del Carmine
L’edizione 2024, da venerdì 10 a domenica 12 maggio, non sarà diffusa ma concentrata
Non c’è solo la rivalità calcistica - in realtà ormai sottotraccia da anni, per troppa disparità - a dividere Brescia e Bergamo. Anche la paternità del casoncello infiamma gli animi, e non è bastata l’annata da “sorelle” nella Capitale della Cultura a scogliere la tenzone. Per dirimere la questione si ricorre a un notaio dal prestigio inattaccabile, Castello Castelli, che in un manoscritto datato 13 maggio 1386 racconta come Città Alta, liberata dalla tirannia di Bernabò Visconti, inaugurasse con grandi festeggiamenti la nuova Signoria di Gian Galeazzo Visconti: musiche, danze e naturalmente cibarie, offerte agli oltre duemila convenuti tra le mura. Tra queste figuravano «trecento taglieri ricolmi di artibotuli, altrimenti detti casoncelli».
Tanto basta per trasformare la data in un anniversario. Oggi Bergamo, 638 anni dopo, celebra il suo piatto più antico, nato quando la polenta non era neppure un’ipotesi. Lo festeggia nella ricetta codificata del 1839: farina, semola di grano duro e due uova per la pasta; pane grattuggiato, grana grattugiato, macinato per salame, carne bovina arrostita, amaretti, uva sultanina, pera spadona o abate, spicchio di aglio tritato, prezzemolo tritato, sale e pepe per il ripieno; burro, pancetta tagliata a bastoncini, grana grattuggiato e salvia per il condimento. Ma le varianti fioccano.
La festa si concretizza in una nuova edizione di De Casoncello, da venerdì 10 a domenica 12 maggio, non diffusa in tutta Città Alta come in passato ma concentrata nella suggestiva cornice della chiesa di Sant’Agata del Carmine, con particolare evidenza sul sagrato. Si potranno gustare i tradizionali casoncelli bergamaschi, in varie interpretazioni. Immancabili le prove di abilità dal vivo di Giusy Guerinoni, sfoglina degli Spiazzi di Gromo famosa per la velocità con cui prepara i casoncelli: pare che riesca a chiuderne manualmente due in tre secondi. Ogni weekend crea un nuovo tipo di pasta e ripieno in base alle erbe spontanee che crescono nei prati, seguendo le stagioni.
Tra gli eventi collaterali, appuntamento con la magia dei burattini per la serie “Baraca & Böratì”. Pietro Roncelli e Gabriele Codognola portano in scena “Le avventure di Gioppino”, uno spettacolo radicato nella tradizione bergamasca, che incanta grandi e piccini. Quando? Sabato 11 Maggio, ore 16:30, sotto i portici del Palazzo della Ragione. L’ingresso è libero.
L’organizzazione di De Casoncelli è a cura dell’associazione DeCibo, che lo scorso settembre ha accompagnato la presentazione, in Piazza Vecchia, del libro di Silvia Tropea Montagnosi “Casoncelli e le paste ripiene bergamasche. Storia, aneddoti e ricette”. Si parla delle radici di quello che è il più antico piatto identitario del territorio, che utilizza ingredienti locali, ma anche quelli arrivati con le stratificazioni e le contaminazioni che la storia porta necessariamente con sé.