Vent'anni a Palafrizzoni

Luisa Pecce, la battagliera leghista amata da tutti, lascia il Consiglio comunale di Bergamo

Cinque in circoscrizione e quindi in Comune. Sempre da protagonista. Ha studiato gli atti più di tutti i colleghi messi insieme

Luisa Pecce, la battagliera leghista amata da tutti, lascia il Consiglio comunale di Bergamo
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di Paolo Aresi

Luisa Pecce se ne va. La consigliera comunale della Lega lascia Palazzo Frizzoni dopo quindici anni, a cui si aggiungono cinque anni nel Consiglio della circoscrizione di Monterosso e Valtesse. Insegnante di Lettere in pensione, ha attraversato le amministrazioni comunali di Roberto Bruni, Franco Tentorio, Giorgio Gori.

Sempre da protagonista, con piglio battagliero, con uno studio continuo di tutti gli argomenti su cui esprimersi. Si dice che Luisa Pecce si sia rivolta agli uffici per le documentazioni più di tutti gli altri consiglieri comunali messi insieme.

Da dove partiamo?

«Dalla fine, dalla stretta di mano di Francesco Valesini, l’altro giorno. Con l’assessore alla Riqualificazione urbana sono stati dieci anni di battibecchi e battaglie. Ma ho avuto almeno l’onore delle armi».

Tutti le riconoscono grande onestà intellettuale e puntigliosa preparazione.

«Bontà loro. Quando ho deciso di impegnarmi ho pensato di farlo per la mia città, e stop. Quindi non potevo comportarmi in maniera differente: gli argomenti vanno approfonditi, altrimenti di che cosa parliamo?».

Perché ha deciso di lasciare?

«È una decisione che ho preso alla prima riunione di questa amministrazione. Ero stata eletta vicepresidente del Consiglio comunale e per me era stata una soddisfazione. Venivamo fuori da una campagna elettorale molto difficile per il centro destra, una campagna che non avevo diretto io, ero molto tirata. Due giorni dopo la prima riunione ho avuto un brutto infarto, mi sono ripresa solo a settembre, con la consapevolezza che dovevo portare a termine il mandato, poi basta. E infatti mi fermo».

Come è iniziato il suo impegno politico?

«È andata che nel 2004 ero in giro per il mio quartiere, Conca Fiorita, e ho visto una casa nuova che era stata subito imbrattata. Mi dissi che ero stufa di essere quella che brontolava e basta, che dovevo impegnarmi. Andai in circoscrizione, c’era il segretario Russi, un uomo corpulento e bonario, mi fece conoscere il presidente, Alessio Saltarelli. Cominciai a lavorare, venni eletta come consigliere della circoscrizione quarta (Monterosso e Valtesse)».

Servivano le circoscrizioni?

«Secondo me sì. Erano un parlamentino, d’accordo, ma avevano anche delle risorse e il polso della situazione dei quartieri. Rappresentavano comunque un riferimento (...)

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