Treni: col nuovo contratto regionale i ritardi restano, ma i rimborsi sono un rebus
Il bonus non è più automatico e fare richiesta è complicato. Inoltre, ora sono considerati “inaffidabili” solo i convogli a destinazione 15 minuti dopo
di Marta Belotti
«Con questo ritmo, il mese di gennaio me lo rimborsano ad agosto». Questa è solo una delle tante osservazioni scambiate tra chi ha provato a richiedere l’indennizzo per i ritardi di Trenord secondo le modalità dettate dal nuovo Contratto di servizio ferroviario regionale, stipulato tra l’azienda e Regione Lombardia nei mesi scorsi ed entrato in vigore a inizio anno.
Non più un bonus che scatta automaticamente di mese in mese in base al cosiddetto “indice di affidabilità” dei treni, bensì un rimborso da richiedere appositamente e calcolato in base ai soli ritardi superiori ai 15 minuti e ai treni soppressi. Non appena, a fine marzo, Trenord ha reso chiare le nuove modalità per la richiesta, si è scatenata la preoccupazione dei pendolari, che hanno notato come la nuova procedura risulti a dir poco macchinosa, almeno per come veniva descritta. Una ipotesi rivelatasi poi amaramente fondata alla prova dei fatti.
Tre modalità, mille problemi
Innanzitutto, si accede al rimborso solo se si è acquistato l’abbonamento nel mese dei ritardi. E questo è anche giusto. Il problema è che Trenord pubblica l’elenco delle direttrici che hanno superato la soglia tollerata di ritardi solo alla fine non del mese successivo, ma di quello dopo ancora l’effettivo acquisto.
Concretamente, oggi, a inizio maggio, è possibile fare quindi richiesta per il mese di gennaio 2024 e febbraio 2024. Per marzo sarà necessario aspettare ancora. Quello di due mesi è quindi un ritardo che si può definire connaturato al meccanismo stesso. E su questo ci si può mettere il cuore in pace. Quando però si aggiungono le lungaggini dovute alle procedure, nonché gli eventuali - e non rari - intoppi, allora l’esasperazione sale.
Le modalità di richiesta del bonus sono tre e tutte presentano, secondo le testimonianze, alcuni problemi: in presenza alle biglietterie Trenord si deve arrivare con un modulo stampato, consistente in una pagina con i dati personali, una di consensi al trattamento dei dati stessi e una di informativa per la privacy; tramite il form online, invece, basta fare piccoli errori per essere rigettati (per esempio, scrivere “gennaio 2024” al posto di “01-2024”); infine, tramite mail, anche pec, i tempi si rivelano davvero lunghi. Molto lunghi. Incomprensibilmente lunghi.
Una utente, dopo essere stata rigettata dal form sul sito - nonostante fosse convinta di avere tutti i requisiti necessari - racconta: «Ho provato (...)
E sto buffoni incompetenti non riconoscono il bonus per abbonamento io viaggio, quando per acquistarlo si deve inserire stazione di partenza ed arrivo.