Stato d'agitazione nazionale per i sanitari del privato, ecco le strutture coinvolte a Bergamo
Bloccati gli straordinari per il mancato rinnovo del contratto Aiop-Aris, per le prossime settimane si valuta anche lo sciopero
I sindacati annunciano la mobilitazione nazionale per i lavoratori della sanità privata: è partito uno stato di agitazione, con blocco degli straordinari, per riavviare la trattativa sul Contratto Aiop-Aris. Per il rinnovo precedente si era dovuto aspettare quattordici anni, invece la nuova attesa si prolunga già da quattro, cioè dal 2020, quando con grande ritardo questo contratto era stato siglato (già scaduto) per coprire il triennio economico 2016-2018.
Le sigle Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl, che unitariamente hanno aperto lo stato di agitazione, hanno quindi invitato alla sospensione degli straordinari e dei rientri volontari in servizio con salto dei giorni di riposo, strumenti che quotidianamente vengono richiesti ai lavoratori in maniera importante, proprio a fronte delle carenze di organico. Nelle prossime settimane saranno decise iniziative nazionali di protesta, tra le quali non si esclude lo sciopero.
I lavoratori mobilitati a Bergamo
In provincia di Bergamo, le sigle hanno invitato ad aderire alla protesta i circa tremila lavoratori sanitari delle strutture presenti sul territorio: Habilita (Poliambulatorio San Marco di Bergamo, Istituto di Neuro-riabilitazione di Zingonia, Ospedale Faccanoni di Sarnico), Humanitas (Clinica Gavazzeni e Clinica Castelli di Bergamo), Gruppo San Donato (Istituti Ospedalieri Bergamaschi: Policlinico San Marco di Zingonia e Policlinico di Ponte San Pietro), Istituto Clinico Quarenghi di San Pellegrino Terme, poi la Casa di Cura Palazzolo (Istituto delle Suore delle Poverelle), la Clinica San Francesco (Istituto Suore Cappuccine di Madre Rubatto), le tre sedi NephroCare di Seriate, Gazzaniga e Trescore, e le tre di Ferb a Trescore, Gazzaniga e Calcinate.
I problemi del settore
«Da oltre quattro anni, i lavoratori attendono un rinnovo ancora più necessario alla luce dell’inflazione elevata, che continua a erodere salari e potere di acquisto - ha commentato Andrea Bettinelli della Fp-Cgil di Bergamo -. Il rinnovo è vitale anche per valorizzare adeguatamente le professionalità di un settore che soffre cronicamente di una carenza di personale, per la scarsa attrattività delle professioni sanitarie. Eppure, insieme ai colleghi del comparto pubblico, i lavoratori della sanità privata si fanno garanti della cura e della salute della popolazione, in un regime di accreditamento da parte delle regioni che li porta ad erogare le prestazioni anche per il Servizio sanitario nazionale».
Dal momento del precedente rinnovo si è anche vissuta la seconda parte dell’emergenza Covid, durante la quale come precisato dai sindacati il personale ha continuato a dimostrare abnegazione e sacrificio, che però secondo loro non hanno trovato il giusto riconoscimento in termini economici e condizioni di lavoro.
«A fronte di enormi utili che alcuni gruppi della sanità privata stanno avendo anche sul territorio bergamasco, è più che ragionevole che i lavoratori chiedano un segnale in termini di salario. Storicamente, poi, la firma del contratto della sanità privata segue a stretto giro quella della sanità pubblica - ha proseguito il rappresentante -. È stato così anche per il triennio del 2016-2018, ma non più successivamente. La nostra richiesta di arrivare a un rinnovo è tra l’altro suffragata dalla recente apertura delle negoziazioni per la vigenza 2022-24 del contratto del comparto della sanità pubblica».
I dipendenti sono demansionati, si privilegiano le libere professioni che, oltre ad essere pagati 30.33 euro ad ora , scelgono quando lavorare, i dipendenti accettano i turni restanti, irregolari Con questo contratto per un infermiere sono necessari 15 anni per passare dalla categoria D alla D1. Così funziona nell'azienda per la quale lavoro
In questo momento così critico per la sanità privata, noi sempre in prima linea e senza il riconoscimento del lavoro e sacrifici che facciamo. Bisogna lavorare per vivere ma non vivere per il lavoro. I turni sono massacranti e i nostri dirigenti se ne fregano di noi, perché mentre lavoriamo, loro si possono dare al lusso di stare sabato e domenica con la loro famiglia, mentre noi con i rientri perché manca personale dobbiamo affrontare dei turni massacranti ma a loro non interessa, quello che interessa a loro è guadagnare a spessa nostra e delle nostre vite che soffrono di mancanza della nostra vita quotidiana di stare insieme ai nostri cari per coprire i bisogni delle strutture senza un giusto riconoscimento. Io lavoro in una RSA e già non rientravo per fare giornata o altro, ho avuto un infarto al posto di lavoro e ho chiesto alla infermiera di vedere la mia pressione e lei ha detto che io avevo solo un calo di pressione, invece stavo avendo un infarto. Grazie alle mie colleghe sono riuscita ad arrivare alla fine del turno, anche se avevo dolore al petto, respiravo male avevo dolori che non capivo bene se era nelle braccie o per altro nella cervicale, sudavo da gocciolare e non capivo bene perché, già che non avevo caldo e non riuscivo a capacitarmi il perché del sudore, avevo vertigini e un gran dolore al cuore sembrava che mi stavano strappando il cuore del mio petto. Dopo sono andata al pronto soccorso dove sono stata per sette ore e mezza con dolore allucinante, grazie a una signora che era lì ad aspettare e mi ha dato coraggio di andare della infermiera del pronto soccorso e che mi ha preso i parametri e ha visto che sia la pressione massima e la minima era altissima sono passata da codice verde a codice giallo e dopo tutto questo sono stata ricoverata perché ero in procinto di avere un altro infarto. Dopo tutto questo che mi è successo dove lavoro ho capito che non siamo nessuno, semplicemente siamo dei numeri. Invece noi non siamo numeri, siamo esseri umani con doveri ma anche con diritti di vivere sia al lavoro, sia nella nostra vita quotidiana con serenità. Non si può continuare a morire su posto di lavoro come sta succedendo, abbiamo diritti ad avere sicurezza sul posto di lavoro ed essere tutelati e trattati con rispetto come lavoratori. Noi abbiamo una dignità e questa va rispettata, non siamo robot, non siamo numeri, siamo persone come i nostri dirigenti e come loro abbiamo dei diritti e non solo doveri.
Che è disumano nel 2024 con tutti gli aumenti che ci sono stati prendere ancora 8,40 € lordi all'ora, con turni massacranti, riposi saltati, non se ne può più, stiamo scoppiando tutti. Io lavoro in Casa Di Riposo ed è brutto non essere considerati.
Basterebbe che la regione Lombardia bloccasse i rimborsi per quelle strutture private dove i dipendenti lavorano con contratto scaduto. Inizierebbe immediatamente la proposta di rinnovo,anzi sarebbero le varie proprietà a offrire il rinnovo.