Cinque anni dopo, è ancora finale. Contro la Juventus in cerca del primo trofeo con Gasp
La Dea di Gasperini sarà in campo per la terza finale di Coppa Italia negli ultimi 5 anni e la voglia di alzare, finalmente, un trofeo è totale
di Fabio Gennari
«Con loro le partite non finiscono mai». Massimiliano Allegri, parlando dell'Atalanta, ha detto tante cose, ma questo concetto è forse qualcosa di decisivo per inquadrare al meglio la gara che attende i bergamaschi. Il popolo nerazzurro.
In queste ore, quasi 23 mila tifosi atalantini sono in marcia verso Roma, l'attesa è totale e la voglia di mettere di nuovo in bacheca un trofeo dopo 61 anni l'unica volta in cui il trofeo nazionale ha preso la strada di Bergamo.
Il tecnico della Juventus ha detto anche che l'obiettivo principale della sua squadra era tornare in Champions. Gasperini ha invece sottolineato come la capacità di andare oltre i propri limiti sia sempre qualcosa di determinante, dicendo che quanto ha fatto la Dea in questi anni resterà nella storia, a prescindere dalla conquista o meno del trofeo. In questo momento, però, la possibilità di abbracciare quella coppa e portarla a Bergamo è qualcosa di grande. Qualcosa di importante, una possibilità davvero da non sprecare.
Gli orobici vivono un grande momento di forma, ma si parla troppo di Atalanta favorita senza considerare che dall'altra parte del campo c'è la Juventus, una compagine magari non nel momento migliore della sua stagione, ma comunque infarcita di giocatori che sono abituati a giocare certe partite e che non hanno nessuna intenzione di mollare la presa a 90 minuti dalla possibilità di conquistare un trofeo. Sarà una grande notte, Bergamo sogna la vittoria ma il confine tra il sapore del successo e l'amaro della delusione è sottile. Serve grandissima attenzione.
Dato che in tutto l'attuale campionato la Juve ha avuto zero rigori contro e l'Atalanta ben nove, contro i 4 a favore, spero che gli arbitri siano obbiettivi durante la partita di stasera, guardando le squadre allo stesso modo.